La squalifica di Musah e le scelte per la lista Uefa svuotano il centrocampo. Così Conceiçao non ha praticamente alternative e contro il Feyenoord, nell'andata dei playoff di Champions, dovrà quasi certamente riproporre i Fab4, i favolosi quattro che a Empoli hanno fatto lustrare gli occhi al popolo milanista. A meno di scelte, inattese, come ad esempio l'impiego di Terracciano dal primo minuto al fianco di Fofana o alto in fascia, la formazione è presto fatta: Walker, Tomori, Pavlovic e Theo in difesa; Fofana con Reijnders a centrocampo; Pulisic, Joao Felix e Leao alle spalle di Gimenez. Il tutto per un Milan che dovrà per forza di cose essere aggressivo e provare a chiudere la pratica subito. Un azzardo che più che calcolato è inevitabile, con l'aggiunta dell'impossibilità di gestire la gara in corsa con cambi migliorativi come accaduto a Empoli, e con la preoccupazione, evidente, di cercare un equilibrio che solo l'applicazione degli attaccanti può garantire. La certezza, se di certezza di può parlare, è che a Rotterdam i rossoneri si giocheranno già molto, perché un undici così sbilanciato espone inevitabilmente a una gara complicata in fase difensiva anche se, di contro, dovrebbe poter garantire un alto grado di pericolosità in attacco.Ma cosa chiederà, sempre che poi lo schieramento sia questo, Conceiçao alla sua squadra? Considerando che il Feyenoord gioca in casa e che, in ogni caso, sono pochissime le squadre che in Europa alzano barricate, è probabile che il tecnico portoghese possa chiedere ai suoi di aspettare e ripartire. Difendere con tutti gli uomini sotto la linea del pallone, evitando tra l'altro di obbligare giocatori come Leao o Pulisic a movimenti che non sono loro propri, e agire in contropiede come nella caratteristica migliore di una squadra che negli spazi aperti sa essere letale per chiunque. L'allenamento di oggi, in vista della partenza di domani per l'Olanda, servirà in ogni caso a Conceiçao a chiarirsi le idee per scegliere in che modo affrontare il Feyenoord. E' un dentro o fuori che pesa sul prosieguo della stagione, sulle casse societarie e sul morale di un gruppo che, dopo la Roma e l'Empoli, sembra psicologicamente rilanciato. E' il momento di farsi sentire anche in Europa e nessuno, come i Fab4, sembra più adatto a cantarle a qualunque avversario.
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Più che una necessità diventa un obbligo, perché