Il meglio del pallone mondiale nelle due serate dell'andata dei quarti della competizione per club più importante
Forse per la copertina di flanella è troppo tardi, visto che inizia a fare caldo, ma la birra ghiacciata, il tifo indiavolato e tutto il resto accompagneranno, per tutti i veri appassionati di calcio a partire dalle 21 di stasera, la visione su Canale 5 di Real Madrid-Manchester City, praticamente il meglio del calcio mondiale. Complicato pensare che nel Paese dove si grida al complotto alla prima decisione dubbia del Var si possa davvero apprezzare lo spettacolo fuori dalla gabbia del tifo. Ci sono però partite che fanno eccezione e la sfida del Bernabeu è proprio una di quelle.
Ancelotti e Guardiola si ritrovano di fronte nella massima competizione per club per la terza volta in tre edizioni. Un passaggio di turno a testa, con annessa vittoria finale, e l'ennesimo scontro che assomiglia alla classica "bella" per capire chi sia davvero più forte. Real Madrid e Manchester City sanno fare tutto, e il più delle volte, pur seguendo strade diverse, sanno regalare emozioni forti. Non parliamo di spettacolo perché altrimenti verremmo invitati ad andare al circo.
Carletto ha assecondato la mission del Real che, da una decina di anni a questa parte, si è ritrovato a dominare l'Europa sfruttando connessioni naturali tra i suoi giocatori. Il Madrid sa aspettare quando è il caso, uscire pazientemente nella prima impostazione (non parliamo di costruzione dal basso per non venire tacciati di eresia), sovraccaricare una fascia per poi cambiare gioco permettendo l'uno contro uno dall'altra parte del campo a giocatori straordinari come Vinicius o Rodrygo e svuotare il centro dell'attacco per riempirlo con gli inserimenti verticali di Bellingham e degli altri fuoriclasse a disposizione. Quando a cetrocampo, oltre al fuoriclasse inglese, hai gente come Valverde, Kroos e Camavinga, più Modric pronto a entrare, diventa logico far diventare la tua squadra il regno della fluidità, approfittando dell'intelligenza e della tecnica individuale dei giocatori a tua disposizione.
Dall'altra parte c'è il City, che non ha bisogno di presentazioni. Da quando è arrivato Guardiola la sua parte di Manchester si è portata a casa 5 Premier League su 7, che potrebbero diventare 6 su 8 quest'anno, e il Triplete un anno fa. Una marcia trionfale che comunque non sarebbe abbastanza in caso di passo falso, vista la schiera di odiatori che è lì pronta a pestare sulla tastiera alla prima sconfitta significativa (restando però nell'ombra durante la serie di successi degli ultimi anni). Per informazioni chiedere a De Zerbi. Il gioco posizionale di Pep, con infinite varianti a seconda degli avversari, della partita e dei giocatori in campo, sarà sempre alla costante ricerca dei corridoi verticali dove ricevere o buttarsi dentro scambiandosi le posizioni e cercando soluzioni in profondità.
Nonostante la crisi del Bayern, anche la partita dell'Emirates ha molti motivi di interesse. Innanzitutto il calcio di Arteta che, quando è nella sua versione migliore, trasforma l'Arsenal in una macchina da gol. Un solo giocatore davanti alla difesa, Jorginho, e una sequenza di giocatori offensivi sulla trequarti, Saka, Odegaard, Rice e Juan Jesus, alle spalle di Havertz, un falso nueve chiamato ad aprire spazi alla batteria di incursori che arrivano da dietro. Il tutto fatto alla massima velocità. Grande attenzione, però, al Bayern che, anche con un Tuchel separato in casa e una squadra allo sbando in Bundesliga (perlomeno secondo i parametri a cui ci aveva abituato), è in grado di far male grazie alla qualità di altissimo livello dei suoi giocatori. D'altra parte quando hai Harry Kane al centro dell'attacco, gente come Sané, Musiala e Coman sulla trequarti, due esterni bassi in sovrapposizione continua come Kimmich e Davies e uno che sa far girare il gioco, cambiando spesso zona di campo, come Goretzka, è difficile pensare che per i Gunners il passaggio alle semifinali sia così scontato.