Il tecnico italiano può puntare a eguagliare Zizou per numero di finali vinte con i Blancos, ma un anno fa la sua posizione era stata davvero in bilico
di Carlo Landoni© Getty Images
Il re di Madrid è sempre più il re di Coppe: Carlo Ancelotti conquista la sesta finale di Champions League, nessuno allenatore al mondo come lui. Re Carlo sempre più una "referencia" del Real Madrid, perché superando il Bayern Monaco raggiunge Zidane, tre finali Champions disputate e vinte da allenatore dei blancos, e si mette nella scia di Muñoz unico tecnico del Real a prendersi quattro finali, erano gli anni 60, di Coppa Campioni.
Una storia europea di trionfi quella di Ancelotti e il Madrid: 2014 Champions vinta nel clasico con l'Atletico Madrid, 2015 semifinale eliminato dalla Juventus, 2022 Champions vinta con il Liverpool, 2023 semifinale eliminato dal Manchester City, 2024 finale raggiunta con il Borussia Dortmund. Un percorso unico: su 65 partite potenziali Ancelotti ne ha disputate 62, e la 63esima la giocherà a Londra. Quasi un en plein.
Eppure Re Carlo ha per così dire rischiato di non arrivarci a Wembley. E ciò che una semifinale ti togli, la semifinale successiva ti restituisce. Ecco il retroscena che vi sveliamo.
Semifinale Champions di ritorno dello scorso anno: il Manchester City umilia il Real Madrid 4-0 e stacca il biglietto per Istanbul. Dopo quella sconfitta così clamorosa vertice d'urgenza negli uffici di Chamartin. Il ko è così fragoroso nel risultato e nel gioco viene visto come un danno d'immagine a livello europeo. In questo vertice ci sono opinioni contrastanti: c'è chi suggerisce una soluzione drastica con Ancelotti, la separazione a fine stagione, c'è chi invece sta dalla parte dell'allenatore con un discorso di questo tipo: andiamo avanti con Ancelotti sino a fine stagione e per la prossima, poi diventerà Ct del Brasile, intanto aspettiamo Xabi Alonso. Alla fine prevale questa linea, ma con un suggerimento ben preciso: Modric e Kroos, in campo insieme nella serata del ko con il Manchester City, dovranno giocare insieme solo in caso di stretta necessità (i due insieme vista l'età non garantirebbe un centrocampo quantitativamente dinamico). E così è: i numeri di questa stagione raccontano per il 38enne Modric 21 partite da subentrante, 5 in panchina, 20 da titolare e solo 7 per una parte della gara giocate insieme a Kroos.
Dal rischio di una netta presa di posizione da parte del club dopo la notte di Manchester dello scorso anno, alla finale di questa stagione, la terza con il Real. Il re di Madrid è sempre più re Carlo.