Nel ritorno dei quarti, il Real deve difendere a Liverpool il vantaggio maturato a Madrid mentre il Manchester rischia a Dortmund
Il sogno di due dei più vincenti allenatori del mondo, è quello di ritrovarsi in finale. Zinedine Zidane, forte del 3-1 dell'andata, va ad Anfield a giocarsi contro Klopp la possibilità di raggiungere la quarta semifinale (su cinque partecipazioni) di Champions, mentre Pep Guardiola affronta a Dortmund il pericolo Haaland per sfatare la maledizione della sua esperienza al Manchester City: fuori una volta agli ottavi e tre di fila ai quarti. Non ha mai visto, insomma, da quando è in Inghilterra, il penultimo atto della coppa più prestigiosa.
Il Real Madrid, con un Florentino Perez appena rieletto presidente, uscendo sano e salvo dalla tana del Liverpool, avrebbe l'occasione di giocarsi l'accesso alla finale contro il Chelsea di Tuchel e per Zidane sarebbe la prova più evidente della forza di un collettivo esaltato dai grandi campioni. La prova, soprattutto, di essere in grado di vincere e convincere anche senza il totem Cristiano... Ad Anfield si trovano di fronte due squadre con difese in super emergenza. Klopp, senza Van Dijk da praticamente tutta la stagione, ha intenzione di provare la coppia centrale Kabak-Fabinho, dopo il disastro Phillips dell'andata. Zidane, senza Varane, Sergio Ramos, Carvajal e Lucas Vazquez, deve inventarsi un intero reparto e, probabilmente, sposterà Mendy a destra per rispolverare Marcelo dall'altra parte.
A Dortmund, per raggiungere finalmente una semifinale, Guardiola e i suoi devono difendere il misero 2-1 dell'andata. Non un'impresa facilissima contro un Borussia che sarà anche in crisi in Bundesliga ma ha a disposizione la punta più corteggiata e più prolifica d'Europa. Il City dovrà bloccare Haaland per sperare di andare avanti. Bloccarlo non solo in zona gol ma anche più indietro, visto che all'andata non ha segnato ma ha messo sui piedi di Reus il gol del momentaneo 1-1. L'occasione, però, è troppo ghiotta per Pep. Giocarsi la finale contro il Psg potrebbe essere finalmente l'occasione per spegnere tutti i "sì, però in Champions" che lo accompagnano da quando è al City. Non basta dominare l'Inghilterra e mettere in mostra un calcio superlativo. Nel mondo più conservatore del pianeta, quello del calcio, chi prova a uscire dagli schemi tradizionali non può permettersi passi falsi.