Disastro in Colombia: cade l'aereo con la Chapecoense
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Ora il club brasiliano rischia il fallimento per i debiti, una vera beffa dopo avere rifiutato la clausola anti-retrocessione
C'è un tragico filo rosso che percorre il destino della Chapecoense. Esattamente 3 anni fa, il 28 novembre del 2016, l'incidente aereo che distrusse completamente la squadra mentre raggiungeva Medellin per giocare la finale della Coppa Sudamericana. Ora è arrivata una retrocessione che fa male, la prima da quando il club è salito per la prima volta in serie A. Un durissimo colpo che può portare conseguenze terribili.
QUELLA CLAUSOLA RIFIUTATA
Subito dopo la tragedia di tre anni fa, tutti i club della serie A brasiliana offrirono alla Chapecoense una clausola anti-retrocessione: per tre anni, con qualunque piazzamento, la squadra sarebbe rimasta tra le 20 della serie A. Il presidente Ivan Tozzo fu esplicito nella sua risposta: "Non sarebbe moralmente adeguato esigere dalle altre squadre che ci mantengano in serie A senza competere, non è arroganza ma semplicemente riconosciamo che le altre squadre non hanno l'obbligo di salvarci, non è necessario che ci facciano questo favore. Se perderemo, retrocederemo, se vinceremo, resteremo in serie A. Il posto si conquista sul campo". Quello che la Chape accettò fu un aiuto economico, che arrivò puntuale sotto forma di contributi ma soprattutto di giocatori regalati o prestati dagli altri club.
LE CIFRE DELLA DISFATTA
Il primo campionato della nuova era finì bene, con un sorprendente ottavo posto proprio grazie alle forze nuove innestate sul poco che restava del passato. Già nella passata stagione la situazione non era la stessa, arrivò una salvezza stentatissima e guadagnata solo nelle ultimissime gare della stagione. Quest'anno è stato chiaro fin dall'inizio che la stagione sarebbe finita male. Il 19 settembre il club ha fatto l'ultimo tentativo di raddrizzare la situazione prendendo il quarantenne allenatore Marquinhos Santos (reduce da ottimi risultati con la Juventude) aL posto di Emerson Cris. Niente da fare. La sconfitta interna contro il Botafogo, la diciannovesima in stagione, ha condannato la Chape alla retrocessione con tre giornate d'anticipo sulla chiusura del campionato nazionale brasiliano già vinto dal Flamengo.
E ADESSO SI RISCHIA
Al di là del risultato sportivo, adesso il rischio è addirittura quello del fallimento per un club che sembrava avere reagito al momento più devastante della sua storia. Nei prossimi mesi si arriverà a una sentenza per i rimborsi dovuti ai familiari delle vittime della tragedia e il costo da sostenere sarà tremendo. E' anche scontato un forte calo degli introiti per spettatori allo stadio e diritti televisivi: in Brasile c'è un abisso tra i contributi per i club di serie A e quelli di serie B. Il prossimo passo sarà la cessione dei pochi giocatori buoni rimasti in organico, a partire dall'attaccante Everaldo. Tutto questo potrebbe non bastare. E a quel punto qualcuno andrà da Tozzo a rinfacciargli quella clausola rifiutata. Quest'anno la Chape sarebbe ancora salva.
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