Un gran gol del serbo nel finale regala i primi tre punti a Inzaghi dopo le reti nel primo tempo di Immobile e Pucciarelli
La Lazio espugna il Bentegodi di Verona 2-1: Chievo battuto e prima vittoria in campionato per la squadra di Simone Inzaghi, capace di trovare il vantaggio dopo soli 11 minuti con un colpo di testa di Immobile sugli sviluppi di un corner. Al 34' Pucciarelli pareggia i conti sfruttando un rimpallo in area. E quando il match sembrava avviato verso un pareggio giusto, un gran destro di Milinkovic-Savic all'89 fa gioire i biancocelesti.
Serve una vera e propria perla di Milinkovic-Savic a un minuto dalla fine per consegnare alla Lazio la prima vittoria in campionato e scacciare i fantasmi che iniziavano a presentarsi attorno a una squadra che anche contro il Chievo ha faticato, è apparsa lenta e a corto di idee. Le assenze di Biglia (passato al Milan), Keita (in attesa di cessione) e Felipe Anderson (infortunato) sembrano pesare come macigni sul gioco di Simone Inzaghi che dopo il pareggio all'esordio contro la Spal stava rischiando di rimanere impatanato anche a Verona, contro l'ottima squadra di Maran che il punto lo avrebbe meritato. Ma la differenza, nel calcio, la fanno i campioni, e il centrocampista serbo, per cui Tare ha ribadito di aver rinunciato a un'offerta da 70 milioni, lo è.
Simone Inzaghi in cerca della svolta a Verona: dopo la sbornia di Supercoppa e la partenza lenta in campionato, con l'1-1 casalingo con la Spal che ha messo in evidenza una Lazio spuntata, meno grintosa e incisiva rispetto a quella che ha strappato il primo titolo stagionale alla Juve, contro il Chievo il tecnico biancoceleste, che ritrova Lucas Leiva, si affida alla qualità del duo Milinkovic-Luis Alberto alle spalle di Immobile. Senza Anderson per motivi fisici, Keita e Patric per motivi disciplinari, l'allenatore rispolvera proprio l'identico 11 capace di impressionare e battere i bianconeri nella finale dell'Olimpico. Maran, dopo la vittoria di Udine, conferma in blocco il 4-3-1-2 con la coppia d'attacco Inglese-Pucciarelli supportata da Birsa.
E sulla scia della Supercoppa Immobile e Luis Alberto provano ad accendere la gara: le azioni più pericolose della Lazio nascono, infatti, sempre dalle loro combinazioni con lo spagnolo che gioca molto alto ed è bravo ad attaccare la profondità alternandosi con il bomber azzurro sia nei tagli in area sia negli assist. Prima è Immobile a lanciare Luis Alberto poi i ruoli si invertono sugli sviluppi di un corner e l'attaccante che sbuca alle spalle della difesa (con un'uscita non impeccabile di Sorrentino) sblocca la gara di testa. Ma il vantaggio non regala sicurezza e qualità alla Lazio: con il passare dei minuti è invece il Chievo ad alzare il baricentro nonostante i ritmi non siano altissimi. I biancocelesti arretrano, lasciano il palleggio ai veronesi e perdono molti palloni in uscita. Il gol del pari trovato da Pucciarelli, che sfrutta un rimpallo nel cuore dell'area, è il giusto esito di un primo tempo in cui Strakosha deve salvare due volte su Castro con interventi decisivi. La squadra di Inzaghi non riesce ad essere fluida e avvolgente nella manovra: in questo modo diventa impossibile sfuttare gli inserimenti e le qualità di Milinkovic-Savic e Parolo, fuori dal gioco e dalle trame.
Inzaghi prova a ridisegnare e rianimare la sua Lazio con gli ingressi di Lukaku sulla sinistra e Caicedo che va supportare Immobile in avanti. Le occasioni iniziano a fioccare da entrambe le parti dove Birsa (sinistro deviato da Strakosha), Inglese di testa e Immobile al volo (imbeccato da Milinkovic) hanno le occasioni più clamorose per mettere il naso avanti e siglare il vantaggio. La Lazio mostra più verve e aggressività ma i veronesi non rinunciano a un palleggio di qualità appoggiandosi soprattutto su un Castro onnipresente e sul sinistro sempre ispirato di Birsa. La qualità che fa la differenza, però, è quella che sta nelle giocate di un Milinkovic-Savic decisamente più in palla rispetto al primo tempo: ed è proprio una sua conclusione di destro di collo esterno che al minuto 89 si va a infilare nell'angolino dove Sorrentino proprio non può arrivare. Inzaghi ha il merito dei cambi azzeccati sulle fasce dove Lukaku e Marusic portano gamba, cross e pericolosità. Ma deve ancora lavorare molto sull'aggressività e lucidità della sua squadra, letteralmente salvata dal gigante serbo da un pari che sarebbe stato giusto rispetto a occasioni e giocate e che avrebbe portato nuvoloni neri dalle parti di Formello. Non a caso il tecnico è stato il primo a volare in campo ad abbracciare l'autore del gol-vittoria dopo il gioiello che ha deciso il match. E riconsegnato a Inzaghi almeno una squadra capace di crederci e non mollare. E ottenere i primi tre punti stagionali.