Il tecnico bianconero: "Fatichiamo a crescere ma mi è piaciuta l'uscita dalla difesa in palleggio"
Maurizio Sarri non nega le difficoltà della Juventus contro il Milan in Coppa Italia ma vede qualche segnale positivo: "Siamo in una fase in cui facciamo fatica a crescere e prendiamo gol in circostanze evitabili. Ma mi è piaciuto come siamo usciti dalla difesa in palleggio, così torneremo ad essere più efficaci in zona offensiva visto che siamo mancati soprattutto negli ultimi 20-25 metri". Sul rigore: "Con le norme attuali è clamoroso. Anche se io non sono completamente d'accordo con la norma, non è che se non mi piace la legge allora vado a delinquere. Non mi sento avvantaggiato perché ce ne era uno prima per la gomitata in faccia a Cuadrado".
Il tecnico bianconero però non si dice preoccupato: "No, mi preoccupo solo per la salute e mi sento bene... è impensabile una crescita continua, soprattutto in uno sport umorale come il calcio. Sono fasi normali in una stagione, ripartiamo dal palleggio da dietro per tornare pericolosi".
Sulle difficoltà difensive: "Nel caso specifico avevamo detto di non portare Ibrahimovic in area, invece anche se lui non ha toccato palla è stato fondamentale nell'azione: dovevamo difendere più alto, soprattutto una palla lenta come mi è sembrata quella del gol rossonero". Sarà determinante il ritorno di Chiellini: "Un top, ti dà energia e personalità. Ma non so i tempi di recupero esatti, dipenderà anche da lui".
Sui singoli: "Pjanic ha fatto una buona partita dopo 2-3 prestazioni non alla sua altezza, ho visto bene anche Ramsey soprattutto nel primo tempo e poi è calato fisicamente. Cristiano Ronaldo? L'abbiamo lasciato troppo solo, i compagni erano troppo distanti da lui".
Verso Juventus-Inter del primo marzo che sarà sfida scudetto: "Quindici giorni fa stavamo bene, ora stiamo meno bene. Magari tra 15 giorni staremo benissimo, io da questa partita traggo indicazioni positive". Infine, una battuta sulla questione Poste: "Ritiro la domanda di assunzione alle Poste, l'ambiente mi sembra difficile. Vengo da una famiglia di operai, non mancherei mai di rispetto ai lavoratori".