Sorride Inzaghi, Spalletti mastica amaro. Alla fine di una gara pazza, in perfetto stile Inter, sono i nerazzurri ad uscire dal campo a testa bassa. E lo fanno dopo una prova giocata tra alti e bassi. Più bassi che alti, a dir la verità. Ma comunque decisa soltanto ai calci di rigore. E non può essere un caso che a sbagliare dal dischetto siano stati proprio Martinez e Nainggolan, i due giocatori più attesi dai tifosi nerazzurri per fare il salto di qualità in questa stagione. Dopo aver fallito in Champions, l'Inter fallisce anche in Coppa Italia. Tutto nonostante un Handanovic super, che ha tenuto a galla i nerazzurri ed evitato che tutto finisse molto prima dell'extratime. A deludere, al netto del risultato, nelle fila nerazzurre è stata ancora una volta la prova di squadra. Tranne nel finale, svegliata da un moto d'orgoglio, l'Inter ha patito per buona parte del match l'organizzazione della Lazio, la maggior qualità dei suoi uomini e le idee chiare degli interpreti. Merito di Inzaghi, che continua a lavorare di cesello per forgiare il suo gruppo puntando sul gioco e sulla manovra corale. Cosa che l'Inter ancora invece stenta a mostrare, se non a tratti e solo con pochi elementi. Difetti che la gara di San Siro ha messo subito sotto la lente dei riflettori. Con Perisic e Nainggolan in panchina e Candreva e Politano a supporto di Icardi, l'Inter parte provando a gestire il match in mediana. Il giropalla di Joao Mario, Gagliardini e Brozovic però è lento e la Lazio copre bene le linee di passaggio. Con gli spazi stretti, la banda di Inzaghi si affida alle geometrie di Leiva e alla qualità di Correa per attaccare la profondità. E il match resta in equilibrio. Ordinate e corte, nei primi venti minuti le squadre si studiano, alternando chiusure e ripartenze senza mai forzare le giocate. L'Inter protesta per una trattenuta in area di Acerbi su Skriniar, poi i bianconcelesti cambiano passo e alzano il pressing, manovrando con rapidità e puntando centralmente e dalla parte di Lulic. Il primo squillo è di Luis Alberto, ma il suo destro è molle. Poi tocca a Immobile testare i riflessi di Handanovic. In difficoltà, Spalletti inverte gli esterni, ma i problemi sono soprattutto nella zona centrale del campo. A corto di idee, Gagliardini e Joao Mario sono spesso in ritardo sui portatori di Inzaghi e l'Inter chiude il primo tempo senza tirare in porta e tra i fischi di San Siro.
Nella ripresa Spalletti sostituisce subito Gagliardini con Vecino, ma la mediana non gira ed è ancora la Lazio a controllare il gioco. Handanovic prima ferma Immobile in uscita, poi vola su un bel destro a giro di Luis Alberto. Lenta e impacciata, l'Inter arranca sugli esterni e rischia grosso sulle incursioni biancocelesti. Milinkovic-Savic ha sul piattone la palla del vantaggio, ma il suo destro è debole. Dopo un'ora di gioco, si infiamma il match. Al primo vero affondo nerazzurro, Candreva sbaglia tutto a porta vuota dopo una respinta di Strakosha, poi Handanovic si oppone ancora a Immobile. Botta e risposta, con l'Inter che aumenta il pressing e alza i giri. Vecino spaventa Inzaghi con un colpo di testa che finisce alto sopra la traversa, poi Spalletti getta nella mischia anche Lautaro Martinez, ma è Handanovic l'uomo in più nel finale. Al 90' lo sloveno prima ferma Caicedo con un miracolo e poi devia a lato un destro velenoso di Immobile, il Toro invece sbaglia tutto al 94' dopo una paratona di Strakosha su Politano.
Ai supplementari è una guerra di nervi. Strakosha ferma un colpo di testa di Icardi, poi Handanovic raccoglie un destro molle di Ciacedo. Si lotta su ogni palla, con Immobile che prova ad allungare la Lazio a caccia del gol partita. E il gol arriva con una zampata al minuto 108' dopo un bel triangolo con Caicedo. Tutto deciso? Macché. Nel recupero del secondo tempo supplementare l'Inter si riversa in attacco e pareggia i conti grazie a un rigore di Icardi concesso grazie al Var. Un colpo che rimette tutto in discussione e porta la gara alla "lotteria" dei rigori facendo esplodere San Siro. Dal dischetto i biancocelesti però sono più lucidi e alla resa dei conti è l'errore di Nainggolan a condannare l'Inter. Per Spalletti niente derby di Coppa Italia. All'Inter ora resta solo l'assalto al secondo posto in campionato e l'Europa League. Ma con questo andazzo non saranno obiettivi facili.