L'avvocato esperto di diritto sportivo: "Serve un'idea di rilancio nel lungo periodo"
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Continuano a tener banco le conseguenze che il nuovo Dpcm porterà all’intero mondo del calcio e dello sport in generale. Dallo scorso 26 ottobre e fino (almeno) al prossimo 24 novembre proseguiranno soltanto gli eventi di carattere nazionali e, quindi, in ambito dilettantistico, solamente la Serie D. Resterà invece fermo tutto il calcio regionale e provinciale, compreso quello giovanile. Dopo le richieste di aiuto avanzate dalla Lega Nazionale Dilettanti e dal suo presidente Cosimo Sibilia, arrivano anche le considerazioni di tanti addetti ai lavori, che continuano a nutrire dubbi riguardo la bontà delle decisioni prese.
Duro e critico, in tal senso, anche l’avvocato esperto di diritto sportivo Cesare Di Cintio, il quale si pone interrogativi sull’impatto e sui danni sia economici che sociali di questo Dpcm nel mondo dello sport: “Ancora una volta le realtà dilettantistiche e le loro necessità sono state completamente ignorate. Ritengo che questo non sia giusto e vada a colpire tante società che sin dall’inizio della pandemia si sono adoperate con sforzi incredibili per garantire la prosecuzione di ogni attività in maniera organizzata e nel rispetto totale dei protocolli".
"Il danno economico immediato generato da questo stop sarà enorme - continua Di Cintio -. Senza parlare dell’aspetto sociale e ludico. C’è tutto un settore che rischia di scomparire: servono aiuti economici per le realtà dilettantistiche e un’idea di rilancio nel lungo periodo, altrimenti questa crisi si tradurrà nella scomparsa definitiva di moltissime società, con conseguente perdite di lavoro e ripercussioni che andranno a colpire soprattutto i tesserati più giovani".