Il ko dell'austriaco l'unica nota negativa del 5 su 5 arrivato a Empoli: l'attacco ora è più scoperto
di Pepe Ferrario© Getty Images
Cinque partite, cinque vittorie, 14 gol fatti, 1 subito: si fa presto a enumerare i dati positivi dell'Inter. Le statistiche "storiche" valgono quel che valgono, ma se è solo la quarta volta che i nerazzurri iniziano il campionato con un filotto del genere, qualcosa vorrà pur dire. Soprattutto perché rispetto alle due precedenti più vicine nel tempo (2015/16 con Mancini e 2019/20 con Conte) questa squadra segna molto di più e subisce meno. E' però rispetto a dodici mesi fa che salta all'occhio la differenza, quando già erano infatti arrivate due sconfitte e le reti subite erano state otto. Viaggia veloce quest'Inter capolista. E per di più è stabile, non sbanda. Oggi forse poco concreta, però: ha segnato un solo gol ma ha tirato 23 volte. Tuttavia a chi pensa che a Empoli fosse una partita scontata, va ricordato che il post Champions non lo può mai essere per definizione, per di più quando l'avversario è sì in difficoltà ma arriva da un cambio tecnico che ha sempre, nell'immediato almeno, il potere di una scossa.
In Toscana l'Inter ha giocato "a fasi": dominante nella prima parte del primo tempo e così anche nella ripresa. Attendista invece in chiusura di prima frazione, arroccata in chiusura di match. Qui però ha pesato l'infortunio di Arnautovic, con la squadra rimasta in dieci e con il solo Sanchez davanti. In una domenica in cui Dimarco ha spolverato il suo sinistro letale, Calhanoglu è tornato saldamente in regia, Frattesi ha confermato di essersi già preso il centrocampo (la staffetta con Barella è un inno all'abbondanza) e la difesa con Pavard è rimasta ancora imbattuta (Sommer ha compiuto una sola parata, su punizione di Ranocchia), l'infortunio di Arnautovic è la nota negativa che ha trasformato in una smorfia di disappunto il sorriso pieno di Inzaghi. Ne avrà per almeno un mese e mezzo, o anche più, l'austriaco (l'entità del risentimento ai flessori della coscia sinistra varrà stabilità dagli esami strumentali, ma le parole del tecnico nerazzurro non lasciano spazio al sereno) e con un calendario tanto fitto c'è motivo per preoccuparsi: se è vero che Mkhitaryan e Klaassen possono giocare da seconda punta (lo ha detto Inzaghi), è ancor più vero che il modulo del tecnico interista si basa su altre caratteristiche. Tradotto, Lautaro e Thuram riposeranno poco o niente e Sanchez dovrà velocemente affinare la sua condizione, anche perché la stazza di Arnautovic è di quelle che richiedono tempi lunghi perché a guarigione avvenuta la forma ritorni. Ma questo, in fondo, era il vero interrogativo riguardo alla rosa dell'Inter. Profonda in tutti i reparti, con qualche incognita però sulla tenuta dei due attaccanti di riserva. E questo dubbio oggi inevitabilmente si ripropone.