"E' un vero peccato. Mi avrebbe fatto piacere portare i miei quattro nipotini attaccati a me e fare il giro del campo. sarebbe stata una grande soddisfazione per me e per i miei figli". Cosi' Angelo Domenghini, campione d'Europa nel '68 con la Nazionale, a Extratime su Radio 1 Rai ha parlato dello storico scudetto vinto a Cagliari nel '70 e delle mancate celebrazioni a causa dell'emergenza coronavirus. Su quello scudetto indimenticabile e il vecchio stadio Amsicora che era un'arma in piu'. "Eravamo tranquilli e consapevoli di avere una squadra competitiva, poi i risultati ti danno forza, morale ed entusiasmo. Il pubblico dell'Amsicora, poi, era a una cosa assurda, metteva davvero paura agli avversari... Gli spalti erano a un metro e mezzo dal campo - ricorda l'ex rossoblu - e c'era un'atmosfera caldissima... ci allenavamo su quello stesso campo e ne conoscevamo ogni angolo. Soprattutto Gigi Riva aveva ormai preso dei punti di riferimento e quando tirava in porta non sbagliava mai. Dopo l'allenamento ci fermavamo sempre a provare i tiri, io e Gigi, con il tecnico Scopigno che fumava seduto in panchina".