Dal rinnovo alla possibile cessione già a gennaio: il futuro dell'argentino si decide nei prossimi 60 giorni
Da due anni ormai non è più considerato un intoccabile. E nessuno alla Juve ha fatto nulla per nasconderlo. Ma il momento probabilmente più di difficile in assoluto per Paulo Dybala è proprio quello che sta vivendo ora: il finale del match contro la Lazio ha lasciato scorie pesanti, nel morale soprattutto. Preoccupano, è vero, anche le condizioni fisiche del giocatore, alle prese con una infezione alle vie urinarie che lo sta debilitando, ma è a livello psicologico-umorale che il dieci bianconero va recuperato: non si sente centrale nel progetto, avverte scetticismo intorno a sè, ha capito di non essere la prima scelta di Pirlo. In tutto questo, ci si mette pure il tema contratto, quel rinnovo di cui si discute da tempo in una trattativa che però al di là delle parole non ha ancora prodotto nulla di concreto. Le parti, in realtà sono ancora distanti: il punto è che la Juve non ha minimamente intenzione di andare incontro alle richieste del giocatore.
Gli acquisti di Morata, Kulusevski e Chiesa rappresentano un investimento tecnico per il futuro ma anche un esborso economico da cui rientrare. In più, se fino a qualche mese fa era ipotizzabile immaginare una separazione tra la Juve e Ronaldo a fine stagione, oggi la situazione è molto diversa e l'intenzione è quella di proseguire ancora assieme fino a fine contratto, addirittura nelle segrete stanze bianconere si parla di rinnovo con il portoghese. Insomma, tutto porta a pensare che il sacrificabile e sacrificato possa essere Dybala: Paulo ha ora di fronte due mesi per risalire la classifica, dimostrando sul campo la propria centralità e, magari, abbassando anche le proprie pretese economiche, Altrimenti i tempi della separazione potrebbero accorciarsi: il Real Madrid non si è mai defilato, alla Continassa lo sanno bene e la cosa non è affatto sgradita. E questo dice molto, se non tutto.