Con l'arrivo del 2021 sta per cominciare la nuova era del club blaugrana, quella post Josep Bartomeu
Tra poche settimane il Barcellona eleggerà il suo nuovo presidente. E’ una sfida aperta tra l’uomo nuovo del barcelonismo Jordi Farrè e il vecchio Joan Laporta pronto a ritornare in sella. Sullo sfondo tenta la rimonta Victor Font. Il 24 gennaio sarà il giorno del giudizio. Vediamo come stanno andando le campagne pre-elettorali e quali sono i programmi dei pre-candidati che decideranno il futuro di club blaugrana e, possibilmente, anche quello di Messi.
Papeletas (schede elettorali con le intenzioni di voto) già consegnate ai precandidati dalla Presidenza.
L’11 gennaio avremo la prima scrematura: servono 2.257 preferenze per intraprendere il passo successivo. Diventare candidati veri e propri. Poi spazio alla vera e propria campagna elettorale. Quindi il 24 gennaio le elezioni ufficiali nelle varie sedi della Catalunya, a Madrid, Andorra e Siviglia e forse qualche altra grande città spagnola. Il tutto coronavirus permettendo, perché un eventuale aumento del tasso di contagio rimanderebbe le elezioni a data da destinarsi.
Jordi Farrè, Joan Laporta, Victor Font, Toni Freixa, Xavi Vilajoana, Augusti Benedito, Emili Rosaud, Luis Fernandez Alà sono i precandidati alla presidenza. Ma in corsa realmente sono in tre: Farré, Laporta e sullo sfondo Font. Gli altri difficilmente possono rientrare in lotta a causa di clamorose gaffes preelettorali. Tradotto si sono fatti fuori con le loro mani. Benedito per esempio ha proposto come cavallo di battaglia quello di spostare il Camp Nou, costruendo un nuovo stadio nella zona della Ciudad Deportiva a S.Joan Despì. Peccato che il sindaco della città periferica di Barcellona lo abbia smentito affermando che la zona dove avrebbe dovuto sorgere il nuovo impianto non è edificabile. Freixa ha condotto una campagna rivolta al socio blaugrana, ma di carattere non indipendentista. Vilajoana ex calciatore del Barcellona, paga la gestione, nell’era Bartomeu, della Masia con molti talenti scappati all’estero. Rosuad per il Barçagate.
Chi guiderà il Barcellona per la 54esima volta nella storia del club?
Al momento è una lotta a due tra Laporta che parte in pole position e Farrè che di rincorsa ha le carte in regole per puntare alla presidenza del Barcellona. Jordi Farrè, 45enne, da sempre socio del Barcellona, imprenditore con oltre 800 dipendenti tra un’impresa alimentare e una di tecnologie (assembla le console della Nintendo ) è l’uomo nuovo. Vuole trattenere Messi ma a fine carriera ne vuole fare il presidente onorario del suo Barcellona. Il suo programma NOU IMPULS BARCA è molto ambizioso. Punta al risanamento economico del club attraverso le concessioni: la società resta proprietaria delle strutture che vengono modernizzate e le spese non gravano sulle casse del club. Farrè pare abbia già un preaccordo con alcune società. Punta alla creazione di una marca sportiva Barça – Catalunya (tipo AirJordan della Nike) con produzione diretta sul territorio. Il suo è anche un programma con grande attenzione al socio con dividendi in caso di bilancio in attivo (cosa mai vista nella storia del club) e con la volontà di estendere il voto elettronicamente anche ai soci sparsi nel mondo. Del resto è stato il primo a fondare una Penya per disabili (la Penya è un’associazione ufficiale di tifosi del Barcellona). Nel suo programma poi punta al potenziamento della Masia per far uscire dal settore giovanile nuovi Xavi e Iniesta.
Joan Laporta, 58enne, avvocato è già stato due volte presidente del Barça dal 2003 al 2006 e dal 2006 al 2010. Vuole trattenere Messi, vuole rinforzare la squadra, rivuole Neymar, saranno risultati e gioco a decidere se Koeman sarà ancora l’allenatore dei blaugrana. Laporta sta centrando la sua campagna ESTIMEM AL BARCA su colpi ad effetto, tipo la sua foto gigantesca con la scritta “quanta voglia di tornare a incontrarvi”, come provocazione, esposta nei pressi del Bernabeu di Madrid. Candidato politicamente indipendentista, attenzione al possibile autogol: Laporta ha in mente il piano BOND (titoli di debito emessi da società ma anche da enti pubblici che conferiscono al possessore il diritto di rimborso per una qualsiasi somma di denaro prestata all’emettitore più gli interessi maturati) per risanare le casse del club. Questo potrebbe implicare la fine dell’azionariato popolare, tipico del Barcellona, visto che chi acquisterà più obbligazioni potrebbe diventare il proprietario di maggioranza del club.
Insomma, Laporta contro Farrè l’uomo nuovo che avanza. La partita per la poltrona numero uno del Barcellona al momento si gioca fra loro.