La sfida al club belga sarà decisiva per il passaggio del turno in Conference: "Vincendo all'andata sarebbe stata diversa oggi"
La Fiorentina vuole gli ottavi di finale di Conference League, ma per conquistarli dovrà battere il Genk nella sfida del Franchi di giovedì sera. Dopo il pari subito in rimonta in Belgio, la Viola vuole imporsi tra le mura amiche, col tecnico Vincenzo Italiano che in conferenza stampa ha sottolineato l'importanza della sfida: "Concentriamoci su questa partita che è fondamentale e decisiva. Con una vittoria possiamo ipotecare il passaggio del turno e dunque dovremo scendere in campo con la massima concentrazione. Dobbiamo riscattare un periodo non bello in campionato".
Per vincere servono i gol: "Dobbiamo essere più concreti sotto porta: la posta in palio è importante e dobbiamo dare tutto quello che abbiamo. Ancora prima dell'allenatore o dell'ambiente, sono i ragazzi a non esserne felici. Anche perché di situazioni da gol ne abbiamo: lo sanno anche loro, potevano incidere di più. Vedo che anche loro hanno voglia di mostrare che sono diversi, ma non dobbiamo perdere fiducia ed entusiasmo: le soddisfazioni arrivano attraverso il lavoro settimanale, non rimane che continuare a battere. Possiamo dare verticalità e togliere ampiezza, ma quando arriva la palla gol ognuno di loro deve mettersi in testa di essere il calciatore decisivo. Quando arriverà questa convinzione, segneranno di più".
E a proposito del reparto offensivo, il tecnico ha parlato di Nzola e Beltran: "Non stanno segnando molto, ma il trequartista ha 5 gol, Gonzalez 6. E all'inizio le punte lavoravano molto bene per la squadra. Se iniziamo a discutere sul fatto che un singolo debba sbloccarsi, senza che ne abbia vantaggio la squadra, non va bene. Devono migliorare in zona gol ma fino a poco fa segnavamo con tanti uomini, ora aspettiamo Nzola e Beltran: anche senza i loro gol la squadra viaggiava a mille. Pensiamo a fare punti, collettivamente. In Conference abbiamo quasi due gol di media a partita, in campionato meno. Dobbiamo raccogliere frutti pure in Serie A".
Pensando al match dell'andata, pareggiato 2-2, il tecnico viola ha ricordato: "Avevamo avuto il match ball in ripartenza, Nzola non è riuscito a fare il terzo gol. Vincendo lì, questo match poteva pesare diversamente. Il Genk è organizzato, gioca e ti salta addosso. Devi togliere loro spazio e tempo. Certo, potevamo anche perderla, ma domani è un'altra storia e può essere decisiva sia per noi che per loro".
Sui singoli ha poi aggiunto: "Kayode sta molto meglio, negli ultimi allenamenti sembra che il dolore alla caviglia sia sparito. È a disposizione. Domani gioca Christensen, anche lui lo vedo molto diverso ma è una questione di adattamento. Domani non avremo Bonaventura, Mandragora e Comuzzo. Mandragora ha la febbre, gli altri due fastidi muscolari. A Maxime Lopez e ai centrocampisti chiedo cose che conoscono benissimo. È arrivato in un gruppo nuovo ma ultimamente lo trovo molto diverso, più coinvolto e libero di testa. Mi è piaciuto tantissimo come è subentrato col Milan. Gli ho detto che i minuti vanno guadagnati in settimana, lì in mezzo abbiamo tanti giocatori di qualità e che possono determinare. Dodo? Forse deve abbassare la voglia di rientrare, deve stare calmo e molto attento. Viene da un'operazione delicata, vorrebbe già essere in campo. Sicuramente l'entusiasmo ridurrà il tempo per rivederlo in campo, ma stiamo sereni e pazienti: non vediamo l'ora di riaverlo ma deve stare bene, al 100%".
E sulle possibilità di qualificazione ha spiegato: "Il passaggio del turno è ancora apertissimo, domani si possono decidere le sorti ma bisogna giocare. Questa è una partita molto importante, dobbiamo cercare di farla nostra e avere la certezza di passare. Il Genk è un gruppo giovane, di qualità, pieno di talento. El Khannouss è davvero molto bravo, di prospettiva. E come squadra propongono e giocano, costruiscono e rincorrono in pressing".
"Quando dico che siamo forti lo dico dopo aver visto il Milan chiuso nella sua metà campo per tutto il secondo tempo. Se non sei forte non vai a San Siro a fare quello che ha fatto la Fiorentina. Per essere fortissimo, dovevi vincere la partita rimontandola, entrando in campo con il carattere per cambiare le sorti. Spesso siamo bravi a prendere in pugno le gare e la loro inerzia, siamo cresciuti in tantissimi aspetti come quando lavoriamo nella metà campo avversaria e non concedere ripartenze- ha detto Italiano-. Per diventare fortissimi dobbiamo alzare le percentuali sotto porta, essere diversi rispetto a quanto visto fino a oggi. Nelle ultime di coppa abbiamo segnato su palle verticali: sappiamo farlo, ma ci sono anche gli avversari. Ci mancano più uomini con un numero maggiore di gol, mi auguro di trovare presto questa chiave, che sta nella testa dei ragazzi".