Il tecnico lascia dopo 3 stagioni: "Vado via perché quando si arriva a un certo livello e non riesci ad andare oltre". Il ds Pradè: "Venerdì ho incontrato Palladino"
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Al termine della sfida contro l'Atalanta, Vincenzo Italiano annuncia l'addio alla Fiorentina dopo tre stagioni. Il tecnico non riesce a nascondere una certa emozione ai microfoni di Dazn, dove si abbraccia con il ds Daniele Pradè. "Sono stati tre anni bellissimi, penso di andarmene diverso da come sono arrivato tre anni fa. Sono migliorato, non abbiamo aggiunto un trofeo, ma il percorso è stato fantastico - ha spiegato -. Dispiace per i ragazzi e per tutta la gente che meritava di alzare un trofeo come qui a Bergamo. Mi vengono i brividi e mi emoziono. Andare via e lasciare questo legame è qualcosa di non bello ma questo è il calcio". Sul motivo dell'addio: "Quando si arriva a un certo livello e non riesci ad andare oltre, l'ambiente chiede uno sforzo maggiore. Io penso di aver dato tutto, è giusto voltare pagina e lasciare spazio a nuove idee che possono dare soddisfazioni a questa gente. E' questo che ho detto al presidente, alla moglie, a Pradè. È questo che ho detto venerdì nell'incontro".
"Le critiche? Ho capito che a Firenze c'è tanto amore per la squadra e alcune di queste me lo hanno fatto capire, altre mi hanno fatto male ma sono cresciuto - ha aggiunto Italiano -. Gasperini mi ha detto che il nostro percorso, le finali raggiunte e arrivare sempre in fondo a tutto, resterà nella storia viola anche senza un trofeo vinto. Da domani inizierò a programmare il mio futuro, come farà il direttore Pradè con grande amore e passione per questa maglia".
PRADÈ: "AVESSIMO VINTO LA FINALE SAREBBE RIMASTO"
Daniele Pradè si presenta ai microfoni di Dazn, si scusa con i tifosi per la sconfitta di Conference League e annuncia l'addio di Vincenzo Italiano. "L'evento di mercoledì stata una cosa talmente grande che come principalmente ci dobbiamo scusare con i nostri tifosi, perché non l'avevamo ancora fatto. Ci hanno seguito fino ad Atene, sostenendoci fino alla fine. Vogliamo chiedere scusa a tutti, da parte della società. Anche noi non siamo stati lucidi in una situazione del genere. Io abbraccio a uno a uno i tifosi e mi scuso per non avergli portato un trofeo. La Fiorentina che verrà? Abbiamo passato adesso dieci minuti nello spogliatoio splendidi. Sono tre anni che siamo cresciuti insieme con Vincenzo. Oggi ci lasciamo lavorativamente, ma non a livello umano - ha spiegato il direttore sportivo della Fiorentina -. Sono sicuro che se avessimo vinto la finale le cose sarebbero andate diversamente. Siamo una società molto ambiziosa, abbiamo un presidente molto forte, quindi vogliamo sempre migliorarci. Siamo consapevoli di aver fatto tante cose, così come quelle che abbiamo sbagliato. L'orgoglio è quello di essere andati sempre in campo per vincere. Non ho mai sentito l'allenatore e i giocatori partire sconfitti per una partita e questo per un dirigente è un orgoglio. Palladino è stato venerdì sera e noi la mattina avevamo parlato con Italiano. Sono mosse che noi dobbiamo fare. Oggi senza una figura centrale come Joe Barone, la responsabilità sul lato sportivo è la mia, quindi dobbiamo farci trovare pronti".