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L'INTERVISTA

Fiorentina, Kean: "Firenze crede in me. Mi ha fatto male non essere a Euro 2024"

L'attaccante al New York Times: "Bella la sfida con Retegui, non mi pongo limiti"

14 Nov 2024 - 12:33

Moise Kean è rinato a Firenze per la gioia della Fiorentina e della Nazionale. L'attaccante azzurro ha concesso un'intervista al New York Times in cui parla del suo riscatto. "Così tante cose sono cambiate da quando sono arrivato qui, come le prospettive che ho. Firenze, come città, crede in me e questo mi ha dato quella marcia in più per migliorare e fare bene. Ho guardato alcuni video di Batistuta e Toni quando sono arrivato - ha spiegato -. Firenze è sempre stata una grande città calcistica e questo per me significa molto. I fan ti portano davvero nel loro cuore. Hanno a cuore la maglia. Ti danno calore assoluto. Quest'anno è molto importante per me dimostrare il mio valore. Venivo da un anno non facile. Mi sento vecchio perché ho iniziato così giovane...".

Grazie a gol e prestazioni, Kean ha ritrovato la Nazionale. "Ci tengo molto. Mi ha fatto male non essere stato convocato all'Europeo la scorsa estate e non aver vinto quello del 2021. Come ho detto, anche da quello ho imparato. Devo dimostrare di meritare di essere lì - ha aggiunto -. Ogni volta che giochi per l'Italia devi sudare e dimostrare quanto sia importante indossare quella maglia. Ora voglio solo scendere in campo, segnare gol e qualsiasi cosa dovrà venire fuori, arriverà. Non mi pongo limiti".

Uno degli obiettivi personali di Kean è il titolo di capocannoniere. "Perché no? È una cosa che mi motiva, è uno dei miei obiettivi. Mi piacciono le sfide e quella tra me e Retegui è ottima perché è bello avere un po' di sfida. Se non hai nessuno che ti spinge, non è altrettanto motivante". 

Kean ha anche parlato delle sue esperienze passate, ci come tutto questo è cominciato. "Arrivi alla mia età, ho 24 anni, e ci sono momenti in cui parlo con i miei compagni e dico: 'Ho già fatto tutto'. Non necessariamente nel calcio, ma nella vita rispetto ad altri ragazzi sui 25 anni. La Juventus mi ha insegnato molta disciplina. Mi hanno preso dal nulla. Ero un ragazzo di strada e mi hanno insegnato molto. Ho lasciato casa presto e loro erano più di una famiglia per me. Mi hanno buttato in prima squadra a 16 anni ed è stato un sogno".

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