Il direttore sportivo viola sulla cessione del bomber serbo alla Juve: "Le società sono vicine ad essere prigioniere di agenti e calciatori"
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Dopo lo sfogo di Rocco Commisso, a tornare sull'operazione Vlahovic con la Juventus è stato il direttore sportivo della Fiorentina, Daniele Pradè, che ne ha parlato a margine della conferenza stampa di presentazione di Arthur Cabral come nuovo numero 9 viola: "Siamo i primi a capire l'amarezza dei tifosi e il loro disagio, però ci sono situazioni che passano sopra ognuno di noi. Era impossibile dire di no a quella proposta - ha aggiunto - Le società sono vicine ad essere prigioniere di agenti e calciatori".
"Era un'operazione cui non potevamo dire di no perché rischiavamo di perderlo a zero. Non mi sento di dilungarmi visto che ha già parlato Commisso di questo", ha provato a chiudere l'argomento Pradé, che a proposito delle "riflessioni" di cui ha parlato il presidente ha spiegato: "Anche io ho sentito l'intervista e anche io sono preoccupato per quelle parole. È un uomo che ci mette tutto, passione ed entusiasmo oltre che tanti soldi. Capisco la sua delusione conoscendolo come persona. Oggi è troppo presto per poter dire quali siano i suoi sentimenti, io con la squadra e col mister, ci metteremo qualsiasi cosa per dargli energia ed entusiasmo. I tifosi speriamo di riprenderli col lavoro e la lealtà e vincendo più partite possibile. Io cercherò di fare questo al meglio delle mie possibilità".
Nonostante l'addio di Vlahovic per Pradé l'Europa è ancora possibile: "Noi per rggiungere gli obiettivi tecnici non possiamo basarci solo su un calciatore e l'abbiamo dimostrato subito col mercato di gennaio. Abbiamo speso 16 milioni il 23 dicembre senza che ci fosse la cessione di Vlahovic in corso. È arrivato Piatek e poi abbiamo speso 15 milioni per Cabral dopo l'addio di Vlahovic. Noi vogliamo ampliare la nostra ambizione. Vlahovic è un caso singolo ma fa parte del calcio moderno, speriamo che questi aspetti cambino".
Squadra più forte dopo il mercato invernale? "Siamo una squadra completa - ha detto Pradé - Benassi per noi è importante e lo abbiamo accontentato. Abbiamo accontentato anche Pulgar. Sono situazioni normali, tecniche. Siamo una squadra che si sente forte. Nessuno ha mai detto qual è l'obiettivo da raggiungere se non vincere più gare possibili. Noi cercavamo identità e ora ce l'abbiamo. Dire dove possiamo arrivare non è possibile. Noi vogliamo giocarci partita per partita, crediamo molto nei nostri calciatori e in Italiano. Siamo una società che si farà trovare pronta e che vuole migliorarsi", ha concluso il ds viola.
CABRAL: "MI PREPARO ALLA 9 DA UNA VITA"
"Mi preparo da una vita ad indossare la numero '9'. Mi sento pronto per questa sfida. Sono un giocatore forte fisicamente, un centravanti che sa muoversi in area di rigore. Come caratteristica principale c'è la finalizzazione. Ma il mio obiettivo è lavorare per la squadra e far segnare alla squadra le reti". Così l'attaccante brasiliano Arthur Cabral, neoacquisto della Fiorentina. "Ovviamente è una sfida venire qui in Italia. Mi sto adattando cercando di capire anche negli allenamenti quello che dice l'allenatore. Poi dovrò imparare a conoscere anche gli avversari... Vorrei scrivere il mio nome nel club e nel campionato italiano come hanno fatto altri brasiliani prima di me", ha aggiunto. "Ho parlato con il Presidente Commisso, mi ha detto tante belle parole. Mi ha accolto con grande calore. Kuzmanovic? Mi ha paragonato ad Adriano e lo ringrazio davvero. So che Kuz ha giocato qui a Firenze e conosce la piazza. Lo ringrazio per le parole, è vero che ho caratteristiche che possono assomigliare a quelle di Adriano ma devo dimostrare tutto", ha sottolineato. Infine sullo score da realizzare non si è sbilancioato: "Non ho un obiettivo in termini di reti. L'importante è la squadra. Io scendo in campo con la consapevolezza di essere un elemento del gruppo e se sono determinante con un assist o con un gol o con una giocata per la squadra cambia poco. L'importante è il risultato del gruppo".