La Juve chiama, il Napoli stecca. Il giorno dopo l'incredibile rimonta bianconera a San Siro, la squadra di AdL alza bandiera bianca. Una resa pesante per gli uomini di Sarri, che escono dal Franchi con le ossa rotte e i sogni infranti. Già, perché la sconfitta con la Fiorentina pesa come un macigno sullo scudetto, che a questo punto pende decisamente dalla parte di Allegri. Sul più bello, dunque, il Napoli cade, vanificando lo vittoria nello scontro diretto allo Stadium e rallentando il passo a pochi metri dal traguardo finale. Certo, l'espulsione di Koulibaly ha segnato il match, ma la verità è che il Napoli non è mai stato in partita a Firenze. Questione di gambe e di testa. Nel primo tempo gli azzurri non hanno mai tirato in porta e nella ripresa non è andata tanto meglio. Merito della Viola, che ha saputo interpretare bene la gara, affrontando a viso aperto gli uomini di Sarri e mostrando organizzazione, talento e personalità. Sempre con l'Europa League nel mirino. Al Franchi a "spegnere" i sogni di gloria degli azzurri ci ha pensato il Cholito, autore di una sontuosa tripletta, ma col Napoli è stata una vittoria di squadra. Per Pioli una "lezione" di calcio al mestro Sarri.
Con Saponara a uomo su Jorginho e gli esterni alti su Hysaj e Mario Rui, al Franchi la Fiorentina sceglie il pressing per non far giocare il Napoli e colpire con le verticalizzazioni alle spalle dei difensori. Tattica coraggiosa, che spiazza la banda di Sarri. Dopo otto minuti Koulibaly si fa sorprendere da un lancio di Laurini e stende Simeone. Per Mazzoleni è rigore e cartellino giallo, ma l'intervento del Var cambia tutto, arretrando il fallo al limite dell'area e rifilando il cartellino rosso al centrale azzurro. In dieci, Sarri leva subito Jorginho e fa entrare Tonelli per provare a restare in partita. Ma è la Viola a fare il match. Soprattutto in mediana, dove Allan si fa in quattro, ma non basta. Veretout, Saponara e Chiesa lavorano bene tra le linee e ogni volta che attaccano la profondità son dolori per la difesa azzurra, che invece fatica a trovare tempi e distanze. Per mezz'ora il Napoli resiste, aggrappandosi all'orgoglio di chi non vuol mollare, poi va sotto. Fatale ancora un lancio lungo, con Simeone bravo a prendere il tempo a Tonelli e a battere Reina sotto le gambe. Un gol che sblocca la gara e manda in tilt il Napoli. Col fiato corto e con i tre davanti lontani dal gioco, la banda di Sarri non riesce a manovrare in mezzo al campo, sbattendo contro Badelj e Benassi. La Viola invece ha gamba, accorcia in avanti e occupa bene gli spazi, palleggiando con ordine e velocità. Benassi fallisce il colpo del ko, poi Reian ferma Chiesa.
Nella ripresa il Napoli cerca subito la reazione, allargando il gioco sugli esterni e aumentando i giri. Callejon e Mertens provano a scuotere gli azzurri con le loro giocate, ma Sportiello è attento e dopo qualche minuto la Viola riprende in mano la partita in mediana. Da una parte Chiesa costringe Hysaj a restare basso, dall'altra tocca invece a Veretout e Saponara tenere impegnato Mario Rui. In affanno, gli azzurri arretrano e dietro faticano a tenere la linea. Sarri toglie Mertens e Hamsik e fa entrare Milik e Zielinski, ma il tema della gara non cambia. Quando parte, Chiesa ha un altro passo e il Napoli si aggrappa a Reina per rimanere in partita. Dopo un'ora di gioco il portiere azzurro però non può nulla sul tapin vincente di Simeone, che approfitta di una dormita di Albiol & Co. per raddoppiare i conti. Nel finale Allan è l'unico a crederci ancora, ma l'ultimo quarto d'ora per il Napoli è solo un'agonia. Il triste epilogo di un match iniziato male e finito peggio. A quattro punti dalla Juve con tre partite da giocare, per Napoli il sogno scudetto ora è più lontano.