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Ottanta anni di Gigi Riva, scomparso lo scorso gennaio, con una grande festa al Teatro Lirico di Cagliari. Per lui c'erano Claudio Ranieri, applauditissimo al suo ingresso in sala e sul palco con tutto il pubblico in piedi. Ma anche il suo successore Davide Nicola, i due capitani Leonardo Pavoletti e Alessandro Deiola, abbracciati calorosamente da Ranieri, il diesse Nereo Bonato. Sul palco anche il campione del mondo del 2006 Luigi Buffon. In prima fila i figli di Rombo di tuono, Mauro e Nicola. C'erano anche i compagni di squadra, quelli rimasti a Cagliari come lui, Adriano Reginato, Giuseppe Tomasini e Ricciotti Greatti. Tutti a ricordare l'uomo e il campione. Ranieri ha ribadito l'importanza di Riva per il suo ritorno a Cagliari: "Nicola, il figlio, mi ha scritto. E da lì ho iniziato a pensare: perché tornare rischiando di rovinare il ricordo del passato, di quei tre anni meravigliosi (promozione dalla C alla A)? Poi lessi un articolo. Parlava Gigi: "Claudio è uno di noi". E lì ho capito: il Cagliari ha bisogno di me. Sono tornato. Mai pentito". Poi quel messaggio prima della finale play off a Bari: "Mi chiamò, eravamo negli spogliatoi. Mi ha detto: guarda che non ci sono solo i tifosi lì, ma avete tutta l'isola dietro. Cosa gli avrei potuto dire se fossi stato il suo allenatore? Tu gioca dove vuoi, con gli altri ci organizziamo di conseguenza". Gigi Buffon ha raccolto la sua eredità come capo delegazione della Nazionale. "La mia ultima partita è stata a Cagliari, quello è stato il mio saluto - ha detto dal palco del Lirico - che cosa ho imparato da lui come capo delegazione? Mi ha insegnato ad essere un punto fermo quando tutto intorno si muove: in Nazionale ci sono sempre dei momenti nei quali la terra trema. È proprio in quei momenti che, se tu rimani 'fermo' e dai la sensazione restare lucido, la gente viene da te e chiede dei consigli per poter recuperare spesso delle situazioni. Lui era una colonna, sempre". Poi la Nazionale: "Secondo me - ha detto Buffon soffermandosi sul panorama italiano - c'è in giro nel mondo qualche giocatore che probabilmente esprime un talento superiore al nostro, ma noi siamo sicuramente nella media anzi siamo qualcosina sopra la media. Ecco l'importante è non piangerci addosso come stiamo facendo da qualche anno e cercare di non accampare alibi e fare delle partite gagliarde". Buffon ha ricordato anche l'episodio della fuga di Riva dal pullman della Nazionale del 2006. "Devo dire la verità, non mi sono neanche accorto che lui fosse rimasto a terra, cioè io me ne sono accorto dopo, quando me l'hanno raccontato in seguito - ha confessato - Però chiaramente, conoscendolo, penso che lui abbia fatto quello che sentiva fosse giusto. Lui aveva preso quella decisione perché c'era stata una mancanza di rispetto totale da parte dell'opinione pubblica prima di partire per il mondiale e adesso che era finito, che avevamo vinto, non voleva vedere nessuno che non fosse qualcuno del gruppo tecnico. E quando ha visto probabilmente qualche politico voler salire sul carro ha detto: allora me ne vado io".