Giovedì sera in seconda serata un nuovo appassionante docufilm firmato SportMediaset
Giovedì 22 febbraio, in seconda serata su Italia 1, secondo appuntamento con la serie di docufilm a cura della redazione di SportMediaset «Gioco Sporco – I misteri dello sport». In ogni puntata del programma si ripercorrono vicende, spesso tragiche, legate al mondo dello sport, approfondendo elementi contraddittori che, a distanza di anni, non sono stati del tutto chiariti. Il secondo episodio analizza la vicenda della morte di Diego Armando Maradona. Il fuoriclasse argentino è scomparso il 25 novembre 2020, all’età di 60 anni. Tanti i punti ancora oscuri sulle ultime settimane di vita del Pibe de Oro.
A parlare, nel tessuto del racconto, saranno persone, testimoni che lo hanno conosciuto nella sua vita, come il figlio Diego Maradona Junior o l’ex compagno di squadra ai tempi del Napoli, Ciro Ferrara. Interviste esclusive, documenti inediti, testimonianze dirette e diversi flashback narrativi sveleranno l’aspetto intimo del protagonista. In tutte le puntate la straordinaria partecipazione del C.T. della Nazionale femminile di Pallavolo Julio Velasco, che lo sport lo vive da sempre, lo conosce nel profondo, sa capire chi lo pratica decifrandone i sentimenti. Con lui la criminologa Margherita Carlini e la psicologa Francesca Cenci accompagneranno gli spettatori nelle pieghe di queste storie.
Ecco uno stralcio delle parole di Diego Maradona Jr
- «Il primo pensiero è stato ‘ce l’hanno ucciso!’. Il dottor Luque era una persona che non era in grado di gestire una cosa più grande di lui. Luque era cosciente di non essere in grado di poterlo curare. Questa è la sua più grande colpa…».
- «Lui era ostaggio delle persone che gli giravano intorno, non del suo personaggio. Lui era consapevole di quello che gli stavano facendo però non ha reagito, non so perché. La cosa che mi fa più rabbia è che tutti dicevano che volevano bene a Diego, però poi l’hanno lasciato morire da solo».
Ecco invece le parole di Julio Velasco
- «Maradona ha avuto un problema, soprattutto: la droga. E lui lo dice chiaramente, uno dei rammarichi maggiori che ha avuto è quando sua figlia lo vedeva drogato e non lo riconosceva».