"Gli italiani credevano che lei fosse diventato Cabrini, Facchetti o Maldini di colpo. E lei cosa pensava? Io no. Mi chiedevo cosa ci facesse un dilettante arrivato a poco a poco tra i professionisti, partito da un livello tanto basso, in mezzo ai campioni veri. Non ero convinto delle mie qualità per stare lì, però sapevo come starci. Non ero Cabrini o Paolo Rossi, non ero Schillaci ma tutti si aspettavano che lo fossi. Per questo, non amo parlare del mio rigore a Berlino: è un pezzo del percorso". Così Fabio Grosso, erore del Mondiale 2006, nel corso di una lunga intervista a La Repubblica.