Le provocazioni verbali di Allegri non intaccano l'atteggiamento del tecnico dell'Inter
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Da bambino avrà anche giocato a guardie e ladri, chi non l'ha fatto? Ora non più. Di cavalli si è detto inesperto, l'ippica gli interessa poco. Certo, il tennis è altra cosa, specie oggi che abbiamo un campione come Sinner che risveglia la passione nazionale. Ma i paragoni li lascia volentieri da parte. Non ama le invasioni di campo. Allegri gioca, provoca, tracima. Simone Inzaghi preferisce invece rimanere nell'alveo delle sue competenze. E la permalosità non c'entra, anche se un po' tutti in fondo lo siamo. No? E' questione di stile, di indole. Dalle parti di Livorno si è più guasconi, a Piacenza prevale la misura. Così oggi il tecnico dell'Inter avrà modo certo di guardarsi la Juve - e poi il Milan, che lui per primo non ha mai escluso dalla lotta scudetto - ma solo dopo aver limato gli ultimi dubbi in vista della trasferta di Firenze. Un trofeo in più, il quinto, fa certo morale - oltreché palmares - ma la trasferta araba è già resettata: la classifica si guarda ora quel tanto che basta, giusto comunque per ricordarsi che la sua Inter resta sempre padrona del proprio destino.
Il campo, dunque. Al Franchi, è arcinoto ormai, non ci saranno Calhanoglu e Barella. E quanto pesino due assenze del genere contro la Fiorentina è pleonastico sottolinearlo. Ma con Asllani a Frattesi c'è in Inzaghi la convinzione di avere dei sostituti pienamente all'altezza: con loro poi Mkhitaryan, l'equilibratore tattico, fosforo puro a centrocampo col peso della sua esperienza. Rotazioni obbligate in mezzo, continuità in attacco invece: Lautaro e Thuram non si toccano. La carta trequartista (il Sanchez, per intederci, visto a Riad) resta nel mazzo, da giocarsi al limite sul finale. Nelle difficoltà meglio affidarsi alle proprie certezze, cucendosi addosso l'abito più consobo: Dimarco a sinistra, dunque e Pavard baluardo sul centrodestra difensivo. Acerbi è garanzia ovunque lo metti, per cui con Bastoni recuperato ma destinato a partire dalla panchina lo vedremo domani sera a sinistra. In mezzo De Vrij. Il dubbio, semmai, riguarda la fascia destra: Darmian o Dumfries? Al momento diciamo il primo. E Buchanan? Sì, si avvicina il momento del debutto. Non ancora da titolare però