Piacciono Pulisic e Reijnders, ma da Theo a Krunic passando per Leao e Giroud è fondamentale l'apporto dei senatori
di Pepe Ferrario© Getty Images
I "vecchi" si conoscono, sai chi sono, da loro ti aspetti conferme o tutt'al più miglioramenti. La curiosità, l'attesa, le speranze sono sempre, fanciullescamente, riposte sul nuovo. E' così, da sempre. Le prime volte hanno inevitabilmente questo sapore. Succede allora che su Giroud e Leao, ad esempio, riponi uno sguardo quasi più distratto, svogliato, come se i gol del francese e gli strappi del portoghese fossero cosa normale, dovuta. La realtà, però, è diversa. Perché la coralità di un Milan che chiude la pratica dopo venti minuti nell'esordio col Bologna sta anche in questo, nella leadership dei senatori rossoneri, compreso pure Theo che si infila tra le maglie avversarie con prepotenza, o Krunic che fa da metronomo nel mezzo, o ancora Maignan che prova a dare sicurezza a una difesa in cui c'è invece un Tomori, questo sì, sottotono. Ma poi, si diceva, ci sono i nuovi, e sono loro che rubano l'occhio, stuzzicano la fantasia, sollecitano le speranze. In campo dall'inizio Pulisic, Loftus Cheek e Reijnders. E allora diciamolo, con le cautele di una prima, il nuovo Milan funziona.
Destro e sinistro, Pulisic. Lancio, tiro, dribbling e fraseggi stretti, precisi. E poi il gol. Da destra a sinistra, spazia e non dà riferimenti, interpreta il canovaccio tattico con libertà. Offre uno spaccato di qualità. Più quantità da Loftus Cheek, soprattutto più fisicità. Centimetri e chili che si sposano con l'esperienza certificata. Ottima spalla per l'olandese, per Reijnders: colpisce la precisione dell'assist, non passano inosservate le sue percussioni, gioca a uno o due tocchi, conosce i tempi dell'accelerazione ma sa quando occorre respirare e far respirare. Tutto bene, dunque. Finché il fisico ha tenuto e il caldo, forse, non ha preso il sopravvento su muscoli e teste. La fase offensiva funziona, quella difensiva un po' meno. Va registrata. La ripresa lo ha plasticamente spiegato a Pioli: questioni di equilibri, ma anche di attenzione e applicazione. Anche in coda a una vittoria possono così esserci campanelli d'allarme, pur in una partita da clean-sheet. Meglio ascoltarli per tempo. Ah, oggi diventa ufficiale l'ultimo difensore scelto, l'argentino Marco Pellegrino. Resta così ancora poco da fare, per lo più in uscita: il Milan rivoluzionato si deve assestare, questo è certo, ma i margini di crescita sono notevoli. Palla a Pioli.