Le figlie Dalma e Giannina hanno espresso le proprie intenzioni in vista del processo che vede coinvolti otto membri dello staff medico che ha seguito l'ex calciatore del Napoli nelle sue ultime ore di vita
“Non ci fermeremo mai". Parola di Dalma e Giannina, le figlie di Diego Armando Maradona che si sono espresse sui social in vista dell'apertura del processo riguardante la morte del Pibe de Oro. La prima udienza, andata in scena al Tribunale di San Isidro nella giornata di mercoledì 6 marzo, vede coinvolti il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov, lo psicologo Carlos Díaz, la dottoressa Nancy Forlin (che coordinava l'assistenza domiciliare), il coordinatore infermieristico Mariano Perroni, gli infermieri Ricardo Omar Almirón e Dahiana Gisela Madrid, nonché il medico di base Pedro Di Spagna, accusati del reato di omicidio con frode.
Il personale sanitario, destinato ad assistere Diego Armando Maradona sino alla sua morte sopravvenuta il 25 novembre 2020 all'età di sessant'anni, rischia da 8 ai 25 anni di reclusione dopo che il 18 aprile 2023 la Corte d'appello e di garanzia di San Isidro aveva respinto le richieste di annullamento del processo a carico degli otto imputati. Prima dell'ingresso in aula Fernando Burlando, legale delle figlie dell'ex calciatore del Napoli, ha spiegato come non sia soltanto necessario individuare solo i colpevoli del decesso, ma anche “quale fu il vero motivo” poiché "senza dubbio si tratta di un gruppo che aveva un chiaro interesse. Non mi convince che le persone legate alla salute di Diego siano le vere interessate ad ucciderlo”. Nel frattempo la Procura locale ha chiesto un’ispezione della casa di Tigre, alla periferia di Buenos Aires, dove Maradona abitava fino ai suoi ultimi giorni di vita.