Si tratta di Christian Rosiello, noto come ex bodyguard di Fedez, e Riccardo Bonissi
Restano in carcere i due ultrà milanisti Christian Rosiello, anche noto come ex bodyguard di Fedez, e Riccardo Bonissi, entrambi arrestati, assieme ad altre 17 persone, tra cui i vertici delle curve Nord e Sud di San Siro, lo scorso 30 settembre, nell'inchiesta di Polizia e Gdf, coordinata dai pm Paolo Storari e Sara Ombra. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Milano, che ha confermato le ordinanze di custodia cautelare in carcere: i giudici hanno respinto il ricorso delle difese dei due ultras, così come nei giorni scorsi lo stesso Riesame aveva confermato il carcere per l'ultrà interista Mauro Nepi, anche lui arrestato nell'inchiesta milanese con al centro le curve, i presunti traffici illeciti, le violenze e le infiltrazioni della 'ndrangheta.
Rosiello, 41 anni, è accusato, insieme al capo ultrà rossonero Luca Lucci e altri, di estorsione sulla vendita di birre in curva e di associazione per delinquere, sempre con Lucci e altri, tra cui Bonissi, anche per aver preso parte a una serie di aggressioni. Tra queste anche quella della notte tra il 21 e il 22 aprile scorso ai danni del personal trainer Cristiano Iovino. Nei giorni scorsi era arrivata anche la conferma degli arresti domiciliari, sempre da parte dei giudici del Riesame, per Gherardo Zaccagni, accusato di fabbricazione di documenti falsi e accesso abusivo a sistema informatico, nonché gestore di parcheggi fuori dallo stadio. Zaccagni, secondo le indagini, avrebbe dovuto versare, attraverso Giuseppe Caminiti, accusato di concorso esterno nell'associazione per delinquere con aggravante mafiosa, 4mila euro al mese ai capi curva nerazzurri.
INCHIESTA ULTRA': BERETTA NON RISPONDE ALLE DOMANDE DEL PM
Non ha voluto rispondere alle domande del pm Paolo Storari, il capo ultrà dell'Inter Andrea Beretta, in cella dallo scorso settembre per l'omicidio di Antonio Bellocco, altro esponente della tifoseria nerazzurra ed erede della cosca di Rosarno, e tra i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito dell'indagine "Doppia Curva". L'altro ieri, il pubblico ministero si è recato in carcere per interrogare Beretta, il quale si è avvalso: al momento non intende collaborare con inquirenti e investigatori. I quali tra i principali temi di inchiesta intendono siviluppare quello dell'omicidio di Vittorio Boiocchi, l'allora leader della curva interista, ucciso il 29 ottobre di due anni fa davanti a casa, alla periferia della città. Un omicidio ancora irrisolto ma su cui è importante fare luce per assicurare i killer alla giustizia, ma anche per capire i rapporti tra la criminalità organizzata e le tifoserie di entrambe le curve. Due giorni fa è stato interrogato anche Gherardo Zaccagni, il 're' dei parcheggi di San Siro che si è visto confermare gli arresti domiciliari dal Tribunale del Riesame. L'imprenditore ha invece risposto alle domande, ma il verbale sarebbe stato secretato.