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Inchiesta curve: Inter, Milan e Serie A chiedono il risarcimento danni agli ultrà imputati

Prosegue la parte civile dell'inchiesta che ha azzerato le curve di Inter e Milan, prossima udienza il 27 marzo

05 Mar 2025 - 09:08

Il "calcio" non è solo "sport nazionale", ma anche "una delle prime dieci industrie del Paese" e la Lega Serie A non soltanto "organizza" le "massime competizioni", ma gestisce pure la "commercializzazione" dei diritti tv. L'Inter, poi, ha messo nero su bianco di essere stata "vittima" anche "di continue pressioni di carattere estorsivo". E pure il Milan ha dichiarato di aver subito, tra l'altro, gli "ingressi abusivi allo stadio", trasformato per tutti in un luogo dove c'era "un diffuso clima di timore".

Sono alcuni dei motivi che, come si legge nell'ordinanza, hanno portato la gup di Milano Rossana Mongiardo ad ammettere il club nerazzurro e quello rossonero, oltre alla stessa Lega Serie A, come parti civili, per il riconoscimento degli eventuali danni patrimoniali e di immagine, nel processo abbreviato a carico di 16 imputati, tra cui gli ormai ex capi delle curve di San Siro e i loro sodali ultrà, arrestati nel maxi blitz di Polizia e Gdf del 30 settembre, nelle indagini coordinate dai pm Paolo Storari e Sara Ombra.

Nel processo, iniziato ieri e andato avanti per tutta la mattina con la discussione sulle richieste delle parti civili nell'aula bunker davanti al carcere di San Vittore, tra gli imputati figurano Marco Ferdico e Andrea Beretta (quest'ultimo diventato collaboratore di giustizia) per la curva Nord interista e Luca Lucci capo della Sud milanista, oltre ad altri ultras milanisti accusati di associazione per delinquere finalizzata a più reati, tra cui aggressioni ed estorsioni. Associazione che per gli ultrà interisti è contestata pure con l'aggravante mafiosa.

Mentre i leader e gli ultrà, ancora detenuti, si sono presentati quasi tutti in aula, difesi, tra gli altri, dagli avvocati Mirko Perlino, Jacopo Cappetta e Beatrice Saldarini, la giudice ha accolto le istanze della Lega Seria A, con l'avvocato Salvatore Pino, del Milan, rappresentato dal legale Enrico de Castiglione, e dell'Inter, con gli avvocati Francesco Mucciarelli, Adriano Raffaelli e Caroline Hassoun. La società rossonera e la Lega, tra l'altro, hanno già chiesto di essere parti civili anche nel processo immediato a tre ultrà milanisti - tre dei 19 arrestati a settembre - iniziato in Tribunale a febbraio. E i giudici decideranno nella prossima udienza.

Ieri ha depositato il suo atto anche il club guidato da Beppe Marotta e, come riassume la giudice, ha documentato "lo spaccato di una società vittima di varie condotte" di "natura violenta", tra cui quelle "pressioni" sui biglietti, un business che ha sempre fatto gola alle curve, soprattutto alla Nord, per la "vendita attraverso canali non ufficiali a prezzi maggiorati". E ancora "risse, lesioni, percosse, resistenza a pubblico ufficiale" e la "gestione", sempre da parte degli allora vertici della curva nerazzurra, di altri affari che ruotavano attorno allo stadio, come i parcheggi e i venditori di cibo e bevande. Tutto ciò ha creato anche un "danno reputazionale", perché i "valori" dell'Inter, si legge ancora, sono del tutto diversi.

Nella prossima udienza, il 27 marzo, alcuni ultrà chiederanno di poter rendere interrogatorio o dichiarazioni, qualcun altro l'abbreviato condizionato all'ascolto di testi. Il processo dovrebbe chiudersi il 12 giugno, con udienze già fissate tra aprile e maggio. Mentre si avvicina una richiesta di processo su altri filoni, tra cui l'omicidio di Antonio Bellocco, esponente dell'omonima cosca e che era tra i capi della curva Nord, e il tentato omicidio dell'ultrà rossonero Enzo Anghinelli.

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