Per la prima volta nella storia le milanesi si sfidano da capoliste a pari punti. Attacchi on fire, gioco e spettacolo: è già l'ora del primo grande verdetto
di Alessandro FranchettiRispondiamo immediatamente alla domanda che ci terrà compagnia nelle prossime due settimane: sarà già un derby decisivo per lo scudetto? La risposta, alla giornata numero quattro, è evidentemente no, ma il peso del primo faccia a faccia tra Simone Inzaghi e Stefano Pioli è ben maggiore di quanto non dica questo tramonto d'estate. In gioco c'è la solita supremazia cittadina, la rivalità ampia che l'ultima stagione europea ha allargato a dismisura (quattro vittorie dell'Inter e una sola del Milan, ndr), il primo passaggio sulla bilancia del campionato tra quelle che sembrano, e forse effettivamente sono, i pesi massimi della stagione. A riveder la stella è il comun denominatore, l'obiettivo insieme poetico e tremendo di un anno a tinte rossonerazzurre. Per buona pace di chi oggi insegue, in parte balbetta, sicuramente osserva con una certa invidia quelle due che volano, volano e hanno un vento forte dietro a spalle da titani.
Inter e Milan si sfideranno per la prima volta nella loro storia da primatiste a pari punti e dopo un anno decisamente sbilanciato verso la squadra di Inzaghi, la prima, grande curiosità sarà capire se e quanto il Milan sia stato in grado di ridurre quella distanza. Il mercato ha stravolto le squadre e scopriremo presto se avrà anche ribaltato gli equilibri. Certamente sarà un derby bello, molto europeo, più offensivo che difensivo - perché questa sembra la natura di entrambe -, sicuramente indicativo.
ATTACCHI DEVASTANTI - Inutile soffermarsi sulla sfida nella sfida tra Lautaro Martinez e Rafa Leao, perché gli otto gol in tre partite messi a referto da entrambe le squadre sono il risultato di una manovra di squadra prima che dell'abilità dei singoli. Thuram ha portato dinamicità, profondità e manovra ai nerazzurri. Si trova già a meraviglia con Lautaro, ma è utile innanzitutto nello sviluppo della manovra offensiva, permette agli esterni di salire e alle mezzali di inserirsi. Non è Dzeko né Lukaku, ma ha forse i pregi di entrambi. A logica sulle sue tracce dovrebbe esserci Thiaw, di cui è forse meno potente, ma certamente più veloce. E' il primo mismatch, anche se non il solo. Dall'altra parte Giroud non ha mai attraversato un momento così positivo: 4 gol in tre partite (anche se tre su rigore) non sono esattamente il suo bicchiere di pastis, ma sono nelle sue corde le sponde per i compagni, che con Pulisic e Loftus hanno ampiamente dimostrato di poter essere letali. L'Inter, fin qui illibata in difesa, dovrà tener conto di questa enorme differenza rispetto all'anno che è stato: il Milan non si appoggia più solamente su Leao, ma sa attaccare centralmente.
CENTROCAMPO DA CHAMPIONS - Gli inserimenti delle mezzali saranno l'altro grande tema del derby e la reale misura della crescita del Milan. Pioli ha aggiunto, grazie a un mercato mirato, peso e gamba in mezzo al campo. Ha, con Reijnders e Loftus-Cheek, giocatori che sanno alternare manovra e inserimento, gestione del pallone e spunto. Il suo Milan è molto europeo in questo, molto dinamico e tatticamente di difficile lettura per gli avversari (anche grazie alla posizione dentro al campo dei terzini), in ogni caso fin qui abbastanza equilibrato in entrambe le fasi. Senza il trequartista, che nelle stagioni passate andava a schermare Brozovic prima e Calhanoglu poi, il compito di complicare l'avvio della manovra nerazzurra sarà quasi certamente affidato a Loftus. E' il secondo mismatch della sfida: l'inglese e Calha hanno passo decisamente differente. Quando l'Inter sarà in possesso, il problema sarà relativo. In fase difensiva il turco potrebbe soffrire la maggiore fisicità dell'ex Chelsea.
DUE PESI E DUE DIFESE - Dietro la bilancia pende abbastanza nettamente a favore dell'Inter. Inzaghi ha la miglior difesa dei cinque maggiori campionato europei e, soprattutto, non ha ancora subito gol. Senza Acerbi, che tornerà a disposizione per la ripresa del campionato, si è appoggiato su un De Vrij tornato ai livelli della Lazio, ma è tutto il reparto che si muove in sincronia e con grande attenzione. I nerazzurri concedono solo quando vengono sorpresi dalle ripartenze dell'avversario (ma la gara contro la Fiorentina ha dimostrato che hanno imparato a ripartire fortissimo a loro volta) e in questo il Milan è pericoloso come nessuno in Italia. In assoluto, però, si concedono sempre l'uno contro uno e difficilmente perdono un confronto. I rossoneri, che non avranno tra l'altro Tomori, espulso contro la Roma e quindi in attesa di squalifica, hanno preso gol sia contro il Torino che contro la Roma (anche se in dieci contro undici) e hanno lasciato occasioni importanti al Bologna. Sommer-Maignan è un confronto che non regge - il francese è di un'altra categoria -, ma lo svizzero si sta poco alla volta ambientando e dà discreta sicurezza al reparto.
CAMBI IN CORSA - La distanza rispetto alla scorsa stagione si è certamente ridotta, ma oggi è ancora evidente e sposta gli equilibri dalla parte di Inzaghi. Cuadrado, Frattesi e Arnautovic, per citarne solo tre, sono cambi che il Milan non si può permettere e che tengono molto alto il livello tecnico della squadra. Pioli aspetta l'esplosione di Chukwueze, ancora in ritardo, e ha visto i primi segnali di vita di Okafor nell'ultima parte di gara contro la Roma. Musah è per ora molto disordinato, ma anche lui ha strappo e può essere utile a gara in corso. Jovic è un punto di domanda grande come una casa. E' l'ultimo mismatch del derby, forse il più importante, certamente quello che potrebbe indirizzare la rincorsa milanese alla seconda stella.