Il tecnico nerazzurro pronto a utilizzare l'armeno anche come seconda punta
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Alle spalle di Lautaro e Thuram non ci sono alternative all'altezza. Frattesi deve trovare spazio e giocare con più continuità. Frasi lette e ascoltate tante volte sin qui, limiti e necessità probabilmente reali che sinora però non hanno inficiato il cammino dell'Inter. Ma, dopo il giro di boa, si entra sempre più nel vivo di una corsa a ritmi forsennati, in cui anche i minimi particolari, si sa, possono fare la differenza. E se la soluzione non può arrivare dal mercato, perché non ci sono spazi per interventi in attacco a meno di un'uscita che non è in vista, la risposta va cercata altrove. Nello specifico in casa, sfruttando la duttilità del jolly armeno, visto che Mkhitaryan da seconda punta ha già giocato - anche quest'anno - facendo di un accorgimento tattico saltuario un espediente più sistematico.
Che Sanchez e Arnautovic stiano galleggiando nell'anonimato o quasi è piuttosto evidente. L'austriaco, per lo meno, ha dato qualche sporadico segnale di vita, il cileno invece si è sinora più che altro consumato in evanescenti apparizioni. Con un calendario che da qui al 4 febbraio (match-day con la Juve) può indirizzare una buona fetta di stagione (compreso il primo titolo stagionale in palio, la Supercoppa) Mkhitaryan è destinato per necessità a entrare sempre più nelle rotazioni inzaghiane, intoccando così anche il dogma del centrocampo nerazzurro basato sinora sulla triade composta dall'armeno assieme a Barella e Calhanoglu. Questo per dare anche spazio alla freschezza di Frattesi, l'uomo in più di un 2024 per ora ricco di impegni e legittime speranze da trasformare in solide certezze. Due soluzioni trovate con una sola mossa. Un jolly, appunto.