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INCHIESTA ULTRAS

Beretta: "La mafiosità di Bellocco ci proteggeva. Facevamo 6mila euro al mese"

L'ex capo della Curva Nord dell'Inter collabora con la giustizia: "Gli avevo anche trovato casa e all'inizio gli davo 2mila euro al mese"

28 Dic 2024 - 22:16
 © instagram

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Andrea Beretta, il capo ultrà dell’Inter, arrestato il 4 settembre per avere ucciso il rampollo di ’ndrangheta Antonio Bellocco, è diventato collaboratore di giustizia e nel primo interrogatorio ha parlato dei modi in cui si facevano i soldi (abbonamenti rivenduti a prezzi raddoppiati, creste sulle trasferte, parcheggi, servizio di 'security' anti venditori abusivi, il “giornalino” della Curva. Andrea Beretta, Marco Ferdico e Antonio Bellocco portavano a casa "5-6mila euro al mese", una singola partita poteva anche fruttare 10mila euro), dei rapporti tra le curve e i clan e anche di come è nato il rapporto con Bellocco. "Marco (Ferdico, leader della Nord, ndr) mi avverte: "Guarda che è meglio che lo teniamo con noi, così almeno quando si presenta qualcuno di qualche famiglia (mafiosa) di quelle cose se ne occupa lui - si legge nelle pagine non oscurate - Lui ci aveva visto lungo (Bellocco sugli affari, ndr) voleva entrare totalmente con noi, al che io ho cominciato ad agevolarlo per venire a Milano, perché lui quando faceva le sue… diciamo i suoi incontri era stanziale giù e faceva avanti e indietro con Milano. Nel frattempo io gli avevo trovato una casa a Pioltello e gli davo tipo duemila euro al mese, però non eravamo ancora al livello di macinamento di lavoro, di merchandising di guadagno forte".

Quando viene imbarcato Bellocco, la torta viene divisa in tre: Beretta, Ferdico e Bellocco. L’ex capo ultrà prosegue nel racconto: "Lui (Bellocco, ndr) ha fatto questo periodo stipendiato a duemila euro per posizionarsi a Milano, gli davamo duemila euro per campare. Dopo però gli sono cominciati a entrare i soldi del merchandising delle altre cose, allora io non gli ho dato più niente e lui si è molto incazzato. Ferdico riesce poi a fare assumere Bellocco alla cooperativa del Puma. Non so dirle il nome vero del tipo, l’ho sempre chiamato così, fa parte dei Viking. Il Puma aveva una cooperativa di lavoro interinale, ma era una assunzione fittizia. I soldi glieli davo io a Bellocco, non il Puma, e una volta il Puma è pure venuto da me a chiedermi se gli davo qualcosa per questo favore, ma io gli ho detto di no. E poi a Bellocco io gli ho pure preso casa, sempre a Pioltello, tramite una agenzia, mia amica".

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