Atteggiamento sbagliato, possesso palla senza sbocchi e troppi errori a metà campo e in difesa
Sempre i soliti problemi e Frank De Boer è di nuovo nel mirino della critica dopo la seconda figuraccia europea. L'euforia dopo i tre successi consecutivi, impresa con la Juve compresa, è svanita nel giro di quattro giorni: dal pareggio col Bologna alla notte amara di Praga i nerazzurri si ritrovano a ripartire da zero: in Europa League zero punti e le certezze acquisite che rischiano di svanire.
Molti giocatori sono tornati ad avere un atteggiamento passivo in campo, la punizione inflitta a Brozovic evidentemente non è stata d'insegnamento per i compagni. E comunque questo non può essere un problemi per professionisti di una grande squadra.
Dalla difesa all'attacco non si è salvato nessuno. Ranocchia, che sembrava ritrovato, ha fatto gara con Murillo per essere il peggiore e si è aggiudicato il "premio" con l'espulsione che ha dato la mazzata finale. Una serata ancora peggiore, se possibile, rispetto a quella contro l'Hapoel Beer Sheva.
La disfatta è nata anche a centrocampo dove l'assenza di Joao Mario è sempre un problema che De Boer non ha ancora risolto. È mancata la spina dorsale: senza il pilastro Icardi il possesso palla studiato dall'olandese è fine a se stesso. Eder e Palacio hanno fatto tanto movimento, ma non hanno dato peso all'attacco. Così sono arrivati pochissimi palloni giocabili vista la mancanza anche di un regista di ruolo capace di impostare il gioco.
Ora c'è la Roma che ha utilizzato l'Europa League come trampolino di lancio. L'allenatore olandese spero nel recupero di Joao Mario e striglierà la squadra negli spogliatoi dopo averlo fatto pubblicamente: "Giochiamo da dilettanti" ha detto nel post partita.