Il terzino dell'Inter potrebbe aver violato l’art. 4 del Codice di giustizia sportiva che obbliga i tesserati a 'lealtà, correttezza e probità': verrà multato
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C'è una nota stonata nella festa scudetto dell'Inter, Denzel Dumfries che, nel corso dei festeggiamenti, ha alzato uno striscione che lo raffigura mentre tiene al guinzaglio Theo Hernandez, il terzino del Milan con cui non scorre buon sangue (entrambi sono stati espulsi nell'ultimo derby). La Procura della FIGC ha acquisito le immagini incriminate e ha aperto un fascicolo. A Dumfries dovrebbe essere contestato l’art. 4 del Codice di giustizia sportiva che obbliga i tesserati a 'lealtà, correttezza e probità: sia il calciatore che l'Inter se la caveranno con una multa.
Come accaduto già in passato, in queste feste sfrenate è facile passare dall'euforia al cattivo gusto. Il caso Dumfries è solo l'ultimo di una lunga serie, con un finale già scritto: multa per il calciatore e per il club. Nel 2022, in occasione della festa scudetto del Milan, proprio Theo Hernandez insieme ai compagni Krunic, Maignan e Tonali vennero puniti con multe tra i quattro e i cinquemila euro (12mila al club) proprio per un discusso striscione esposto ai cugini interisti durante la festa del Diavolo scudettato ("La Coppa Italia mettila nel c..."). Pochi giorni dopo, il romanista Nicolò Zaniolo lanciò cori offensivi verso la Lazio durante la festa per la vittoria della Conference League e pagò un’ammenda da 4 mila euro (e altri 4mila per la Roma).
Il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, è intervenuto sull'episodio lunedì mattina a Radio Anch'io Sport su Rai Radio. "Non credo si tratti di razzismo, ma di scarso buon gusto", ha detto. "Sembra che i freni siano andati via. Non si rendono conto di come un gesto di questo tipo produce danno sulle giovani generazioni", ha concluso.