Il 2-0 al Verona figlio di un ottimo primo tempo e di una ripresa in controllo. La variabile Correa e la tegola de Vrij
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Un primo tempo da Inter in versione (quasi) fine 2020, una ripresa al minimo dei giri, in completa gestione: così la squadra nerazzurra, ieri nel 2-0 al Verona, ha dimostrato che il momento difficile di febbraio/marzo sembra davvero del tutto alle spalle e ha messo ulteriore pressione a Milan e Napoli. Una partita sin da subito indirizzata nei giusti binari grazie a un approccio convinto e deciso, come non si vedeva da tempo, facilitato dalla morbidezza - almeno nell'atteggiamento - degli avversari ma sarebbe ingeneroso non notare come trame e meccanismi dei primi 45 minuti assomigliassero da vicino alla miglior versione della squadra di Inzaghi.
Che fosse quasi tutta colpa del blocco mentale, come ha detto lo stesso allenatore a fine partita? In questo caso lo sporco ma preziosissimo 1-0 dello Stadium assomiglierebbe a benzina da mettere nel motore, quella che è sembrata mancare nella parte centrale della ripresa quando il calo di Barella (sostituito da un Vidal sul filo della sufficienza) e Dzeko ha abbassato il baricentro interista, comunque in controllo del match grazie alla buona vena di Brozovic - molto più fluido rispetto a Torino -, a un Perisic a tutto campo e allo stato di grazia che sembra non abbandonare mai Skriniar.
Buone indicazioni anche da Correa che sembra formare una coppia meglio assortita con Dzeko rispetto a quella tra l'ex Roma e Lautaro, il Tucu ha movenze e tocchi da seconda punta e permette alla squadra maggiori variazioni sul tema rispetto alla "doppia torre" formata dal Toro assieme al bosniaco. Se la condizione lo assisterà, ieri è stato sostituito per una botta al ginocchio, sarà un'importante variabile in mano ad Inzaghi per scardinare sin dai primi minuti certi tipi di partite così come a gara in corso per dare più qualità nel rush finale nei match da sbloccare.
Restano solo da valutare le condizioni di de Vrij, uscito al 45' per un risentimento alla coscia dopo che era appena rientrato dal problema al soleo. Il convincente D'Ambrosio - che ha contribuito alle due partite di fila senza subire gol, cosa che all'Inter non accadeva da un mese - dà garanzie ma è ovvio che Inzaghi preferirebbe giocarsi le carte scudetto con la difesa al completo. Al momento, però, quello che conta è essere tornati in carreggiata: come risultati e come idea di gioco.