Schiantata l'Atalanta a San Siro, ma il 4-0 di ieri è diverso da quello di febbraio. E "manca" ancora Lautaro Martinez...
di Stefano FioreMentre le ultime ore di calciomercato scorrevano in avanti, inesorabili, in attesa del gong finale e tante squadre ancora aspiravano - e aspirano, non dimentichiamo gli svincolati - a fare l'ultimo colpo, la "vecchia" Inter (nel senso che dei nuovi ha giocato solo Taremi, per dieci minuti scarsi) faceva quel che voleva contro l'Atalanta, dando un segnale ben preciso al campionato e alle rivali. Il risultato rotondo, come quello di febbraio nello scorso campionato, fa impressione ma forse ancor di più impressiona come è arrivato perché più di qualcuno aveva storto il naso dopo il pari all'esordio col Genoa e la vittoria per "solo" 2-0 con il Lecce della scorsa settimana.
Giusto ricordare come l'Atalanta fosse in emergenza, soprattutto in difesa, ma l'Inter ha messo la partita in discesa nei primi minuti del match, con una voglia e una aggressività che ha mandato subito a monte il piano di Gasperini, riducendo la scusante delle assenze per i bergamaschi che, casomai, possono appellarsi al dilagare avversario nell'impossibilità di fare troppa rotazioni e nel normale tempo che servirà ai nuovi per integrarsi nel sistema.
L'orchestra Inter non sembra aver perso quella fame che Inzaghi le chiede, incessantemente, dal primo giorno perché sa che la pancia piena con le due stelle è il più grosso pericolo che possa entrare nel gruppo interista, in una annata che si preannuncia difficile perché si vuole lottare ancora per lo scudetto ma facendo una strada migliore in Champions League rispetto alla scorsa senza dimenticare che tante rivali, Juve su tutte, si sono ampiamente rinforzate.
Non che l'Inter sia stata ferma sul mercato ma ha preferito il valore delle idee a quello degli acquisti per aggiungere qualcosa, e in questo senso si è notata ancora più capacità di dare pochi punti di riferimento agli avversari, soprattutto se giochisti come l'Atalanta: Dimarco che non si limita a svariare verso l'altra fascia ma spesso si accentra diventando quasi trequartista, Pavard "in versione Lucio del Triplete" con discese improvvise ad aumentare la presenza nella trequarti offensiva e la solita capacità delle due punte di trovare, a turno, profondità e difesa del pallone per far salire i compagni. Tutto questo, con la solita intelligenza dei tre mediani a ricoprire la linea difensiva in caso di avanzamenti finanche esagerati (vedi un paio di sgroppate di Acerbi sino dalle parti di Carnesecchi).
Quando l'Inter gioca così, e si diverte così, è dura per tutti: anche perché bisogna considerare che ha prodotto un poker contro l'Atalanta con un Lautaro Martinez al 30-40%, le rivali sono avvisate.