Simone Inzaghi deve scegliere tra lui, Barella e Zielinski per sostituire Calhanoglu
Kristjan Asllani, scelgo te. No, non si tratta di una nuova puntata dei Pokemon o chissà quale evoluzione dei personaggi animati, ma il bivio a cui si trova per l'ennesima volta Simone Inzaghi. Il tecnico dell'Inter deve fare i conti con gli acciacchi di Hakan Calhanoglu, che non è lesionato muscolarmente ma nemmeno al meglio della condizione, tanto da non essere rischiato con ogni probabilità al Bentegodi contro l'Hellas Verona. Il regista turco è un elemento fondamentale del gioco nerazzurro, ma all'inizio di una serie di impegni decisivi nel momento caldo della stagione, ogni rischio è più un azzardo del solito. Vietato sbagliare, insomma.
Per lo stesso identico motivo, ma dall'altra parte della prospettiva, l'attenzione è tutta su Kristjan Asllani. Il centrocampista albanese, strappato all'Empoli come un colpo per il futuro ormai due anni fa, è chiamato a rispondere sul campo al motivo principale per cui è stato acquistato: dare fiato e riposo a Calhanoglu garantendo qualità e affidabilità in mezzo al campo. Compito fino a questo momento non del tutto portato a termine.
Dal ritiro dell'Albania lo stesso Asllani è stato chiaro, facendo capire intanto di aspettarsi di partire dal primo minuto contro il Verona e in secondo luogo di essere pronto a sbocciare: "Sono molto cresciuto, sono pronto. Sono un regista e preferisco quel ruolo, ma posso giocare ovunque". Sarà la stessa idea di Simone Inzaghi?
Non è detto, o meglio, non è così scontato. L'infortunio dello scorso mese anche di Asllani ha costretto il tecnico dell'Inter a studiare soluzioni alternative in cabina di regia puntando su Barella e Zielinski. Prestazioni buone con caratteristiche diverse, ma abbastanza per aumentare la concorrenza davanti alla difesa. Il bivio però è proprio questo per la partita del Bentegodi: se alla fine Inzaghi dovesse preferire adattare uno tra Barella e Zielinski in regia, per Asllani si tratterebbe di una bocciatura evidente, quasi definitiva. Un passo che forse il tecnico nemmeno può permettersi anche in chiave economica e di valorizzazione del patrimonio, sicuramente uno scenario da evitare.