Intervista al difensore nerazzurro: campionato, coppa, Inzaghi, Conte e un futuro solo nerazzurro
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Difensore, regista arretrato, leader. Mettiamoci pure, come si diceva una volta, senatore. A 25 anni Alessandro Bastoni è una colonna dell'Inter di oggi, quella che sul petto porta il ventesimo scudetto, e lo sarà di quella di domani, che sogna in grande e non si nasconde, puntando dritto all'Europa. Non presunzione ma consapevolezza. Anche quella di assecondare un sogno: "La finale di Champions! Assolutamente". Questa la sua risposta, secca e immediata, a una domanda senza scappatoie: lo scudetto numero 21 oppure l'appuntamento con l'epilogo europeo a Monaco di Baviera? Ebbene, nessun dubbio, la voglia di tornare a contendersi la Coppa sfiorata a Istanbul primeggia su tutto.
L'INTERVISTA DI ALESSANDRO BASTONI A LIBERO
Quello riportato è il passaggio principale della lunga intervista che Bastoni ha rilasciato a Fabrizio Biasin per Libero, una conversazione in cui hanno trovato spazio la strettissima attualità come pure il passato e le prospettive future di chi non si vede in nessuna altra squadra che non sia l'Inter. Eccone uno stralcio.
Da 1 a 10 quanto sei soddisfatto della tua stagione e di quella dell’Inter in generale?
"Direi 8 per entrambi. Siamo partiti un po’ a rilento perché non esiste più distacco tra una stagione e l’altra. A livello mentale non è stato facile recuperare e questo ha influito. Ci siamo ripresi bene e alla fine posso dire che ad agosto avremmo messo la firma per essere in questa situazione di classifica tra Champions e campionato".
L’altro giorno è arrivata la prima sconfitta in Europa (il ko contro il Leverkusen, ndr).
"Un ko non è mai facile da digerire, ma a casa ho ripensato a tutto: basta guardare dove sono Bayern, City o Real per capire che stiamo facendo un buon percorso".
Forse avete abituato tutti troppo bene...
"Sì, ma è una nostra responsabilità: se abitui tutti all’eccellenza poi devi essere bravo a mantenere quello standard. Dopodiché è evidente che non possiamo vincere tutte le partite".
C’è chi contesta il turnover “scientifico” di Inzaghi e dice "Bisogna far giocare di più i titolari!".
"Impensabile. Anche perché non è umano riuscire ad essere sempre al 100% a livello nervoso. E se non lo sei, la squadra va in difficoltà. Il riposo è indispensabile".
Si è parlato tante volte di Bastoni "cercato dai club più importanti al mondo", dal Real in giù. Confermi?
"Qualcuno mi ha cercato, ma ho sempre dato massima priorità all’Inter. C’è una vita oltre al calcio e la mia famiglia sta benissimo qui. Gioco in un’Inter al top che lotta per vincere in ogni competizione, non ho mai avuto mezzo pensiero sulla necessità di dover cambiare".
Un pregio e un difetto di Simone Inzaghi.
"Pregio: riesce a far sentire tutti parte del gruppo e fondamentali alla causa.Quanto al difetto, non saprei... Forse abbiamo avuto un problema iniziale nel dover comprendere il suo calcio, ma è stato più una difficoltà nostra, venivamo da Conte che è completamente diverso".
A proposito di Conte: secondo te dopo Inter-Napoli ha detto quello che ha detto per il bene del calcio o perché pensa che siete i più forti?
"Ovviamente per il bene del calcio e dell’umanità! (sorride, ndr)... Conosciamo bene il mister, sa che siamo la squadra favorita e ha provato a destabilizzare un po’ l’ambiente".
Rispondi a questa: devi scegliere tra la certezza dello scudetto numero 21 o la finale di Champions a Monaco di Baviera.
"La finale di Champions! Assolutamente".
Cos’è mancato lì ad Istanbul?
"Eh, un pizzico di fortuna e un po’ di consapevolezza che ancora non avevamo. Ora sappiamo di essere a quel livello".
E ora dimmi: chi vince lo scudetto?
"Spero e ti dico noi".
Ti stuzzica il nuovo Mondiale per Club?
"Penso sia una bella competizione... soprattutto rispetto ad altre. Al limite è il periodo che dà fastidio, tra giugno e luglio con quelle temperature, ma come competizione è stimolante".
Qual è il segreto del vostro gruppo?
"Penso che sia importante il fatto che ci sia una nutrita colonia italiana, prima i Ranocchia e i D’Ambrosio, oggi tutti gli altri. Per chi arriva è più facile capire quali sono le regole e come ci si deve comportare".
Tanti dei vostri avversari tendono a scaricare su di voi ogni responsabilità: "L’Inter è la più forte e deve vincere lo scudetto". Questa cosa vi infastidisce o vi gratifica?
"Ci gratifica. Ci piace avere questa responsabilità".
Ci sono tuoi compagni di squadra meno utilizzati che vengono criticati aspramente. Come vivete queste cose?
"All’esterno è difficile far capire l’importanza di tutti, ma noi la conosciamo perfettamente. Ho smesso di leggere commenti e cose negative che arrivano da fuori, l’importante è che all’interno della squadra tutti si sentano importanti".