Numeri da sogno, ma contro le ultime della classe solo vittorie sudate
L'Inter passa a Verona, torna al 2° posto, stabilisce il record di punti dopo 11 giornate (29), ma la prestazione del Bentegodi sottolinea ancora una volta come non sia tutto oro ciò che luccica. Se la squadra di Spalletti sin qua ha ben impressionato nei big match, altrettanto non si può dire nelle sfide con le ultime della classe: contro Spal (in parte), Crotone, Genoa, Benevento e Hellas, i nerazzurri ha dovuto faticare oltre ogni aspettativa.
Bicchiere mezzo pieno. Il secondo posto ritrovato, il record di punti e un'imbattibilità che va avanti da luglio, amichevoli estive comprese. Ma la gara del Bentegodi ha confermato che non sono tutte rose e fiori, se andiamo al di là del semplice risultato finale. Ciò che conta alla fine, ma tra le pieghe della partita sono venuti a galla le pecche a cui l'ottimo Spalletti non è ancora riuscito a porre rimedio. La sua Inter convince contro le grandi (vedasi Roma, derby e Napoli) ma, mentre le altre big passeggiano e prendono a pallate le ultime della classe, i nerazzurri fanno una fatica sovrumana, al di là di ogni aspettativa. E Icardi (due soli gol su rigore) sembra esaltarsi solo nelle gare da copertina.
Il primo incrocio 'pericoloso' alla terza giornata, quando a San Siro è arrivata la neopromossa Spal, in quella che ad oggi rimane la prova più convincente contro le cosiddette 'piccole'. C'è voluto il Var per sbloccare il match nel primo tempo (rigore di Icardi) poi, come spesso le capita, è mancato il colpo del ko che ha permesso ai ferraresi di rimanere in gara fino all'ultimo. Con le beffa che aleggiava su San Siro, il 2-0 di Perisic all'88' ha tolto dall'imbarazzo un'Inter lenta e prevedibile (quella del secondo tempo).
La giornata seguente il 2-0 al Crotone è il risultato probabilmente più bugiardo della gestione Spalletti. I nerazzurri si svegliano nel finale, ma ringraziano Handanovic per le parate sullo 0-0 . Un'Inter pigra e che per 90' gioca sotto ritmo deve dire grazie nel finale a Skriniar e al solito Perisic.
Alla 6a giornata sbarca al Meazza un Genoa ancora alla caccia del primo successo in campionato. Palla lenta, palleggio faticoso e che non trova mai uno sbocco: i nerazzurri sono salvati dall'ingresso dal giovane Karamoh che mette a ferro e fuoco la difesa del Grifone e possono esultare nel finale grazie a un colpo di testa di D'Ambrosio. Altri tre punti preziosi, senza incantare.
Meno sudato il successo con il Benevento, ma la colpa di aver tenuto in vita fino all'ultimo i campani rimane. La doppietta di Brozovic ha fatto pensare alla goleada, ma i tifosi nerazzurri non hanno fatto i conti con una certa mancanza di concentrazione sfociata in superficialità. Nonostante una differenza tecnica imbarazzante, i padroni di casa hanno riaperto il match con D'Alessandro e colpito anche due legni. Alla fine Spalletti ha, però, portato a casa la sesta vittoria in sette gare.
L'Hellas è storia recente. Icardi e compagni gestiscono male il vantaggio di Borja Valero, subiscono il pari e trovano lo spunto vincente solo grazie a una botta di Perisic, l'uomo che stende le piccole. Icardi, ancora anonimo, tiene i gol per gli scontri diretti, contro avversari che gli lasciano più spazi di movimento. Almeno così ci hanno detto queste prime 11 giornate da record.
29 punti dopo 11 giornate rappresentano un record per l’Inter nell’era dei tre punti.
L'Inter è la prima squadra a schierare lo stesso 11 titolare in cinque partite in questa Serie A.
L'Inter ha segnato otto gol a seguito di un cross, più di ogni altra squadra in questa Serie A.
Giampaolo Pazzini ha realizzato 21 dei 22 rigori calciati in Serie A.
Pazzini ha segnato a 50 secondi dal suo ingresso in campo, il terzo sostituto più veloce in questo campionato: ha segnato con il primo tocco.
L'Inter ha segnato almeno due gol in quattro delle ultime cinque partite di campionato.
Nemmeno un tocco in area avversaria per Icardi: prima volta in questo campionato.
Danilo D’Ambrosio ha giocato 113 palloni: il suo record in Serie A con la maglia dell’Inter.