Il difensore nerazzurro: "Niente Champions, può essere un vantaggio. Io più cattivo grazie a Conte”
A pochi giorni dal ritorno in campo, che per l’Inter è previsto domenica a San Siro col Crotone, Stefan de Vrij si confessa in un'intervista alla Gazzetta dello Sport in cui sottolinea la ritrovata compattezza difensiva dei nerazzurri, volge uno sguardo alle mancanze del passato e soprattutto ai possibili successi futuri, passando per il rapporto con Conte, la sfida col Milan e quel nuovo soprannome, ‘The wall’: Sì, mi piace. Non avevo un soprannome prima in Olanda... Tra l’altro, quando sono arrivato a Milano, nel mio video di presentazione costruivo un muro. Ho avuto la fortuna di parlare con Samuel un paio di volte per qualche evento: è una brava persona e un difensore fortissimo".
“Cosa è cambiato in difesa? Siamo diventati compatti come squadra e questo rende più facile tutta la fase difensiva. Siamo un reparto unito e affiatato: ci troviamo bene anche fuori dal campo e questo aiuta", ha aggiunto il difensore olandese, che tra le sue 100 presenze in nerazzurro (traguardo toccato a Verona, ndr) sceglie come momento più bello il derby del 4-2 con gol segnato proprio da lui e come delusione più grande la finale di Europa League persa: "A volte ci ripenso, ma subito dopo penso anche che non ha senso tornare là con la testa. Ciò che è stato è stato e dalle sconfitte si può solo imparare”.
Come si può imparare dall'eliminazione dalla Champions: “Qualcosa in Europa è evidentemente mancato, in tutto il percorso non è bastato ciò che abbiamo fatto in campo. Avremmo voluto proseguire in Europa – ha continuato De Vrij - ma ora cercheremo di fare bene in Coppa Italia e campionato: il fatto di poterci concentrare solo su questo può diventare un vantaggio, ma dipenderà solo e soltanto da noi. Scudetto? Tutte le parole sono ammesse nel mio vocabolario, anche “scudetto” (ride, ndr). Ma come è inutile guardare troppo al passato, è inutile anche guardare troppo in avanti. Ora siamo lassù e lassù vogliamo arrivare alla fine. Vincendo partita dopo partita, a cominciare dalla prossima".
Lassù al momento c’è anche il Milan: "Hanno una buona squadra e tanti giocatori forti: mi sembrano molto uniti. E poi conosco l'allenatore molto bene, ho lavorato con lui per due anni: è bravissimo, molto umano ma anche molto preparato. Sono contento per la sua crescita professionale".
A proposito di allenatori, non sono mancati gli elogi per Antonio Conte: "Un vincente, riversa sulla squadra la sua stessa voglia e cerca di sfruttare tutto il potenziale che ognuno di noi ha dentro. Batte su quello, trasmette passione e mentalità. A me dice che sono troppo buono e che a volte dovrei essere più cattivo: anche grazie a lui su questo aspetto ho fatto dei passi in avanti. Ambiente negativo? La negatività rimane fuori dai cancelli perché dentro siamo uniti, concentrati sull’obiettivo e lasciamo stare quello che si dice di noi".