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Inter, Dimarco rivela: "Stimo moltissimo Theo Hernandez. Istanbul? Abbiamo fatto qualcosa di unico"

Il terzino nerazzurro si racconta riservando parole di ammirazione verso il rivale del Milan e non solo

21 Ott 2024 - 17:05

In una lunga intervista a BSMT, il canale YouTube di Gianluca Gazzoli, Federico Dimarco si è raccontato a 360 gradi, parlando dell'Inter, dei momenti più e meno felici nel corso della sua carriera e dei "colleghi" che ammira, riservando in questo caso qualche sorpresa. 

Che cosa significa giocare nella squadra per cui si tifa? 

"Fa tantissimo piacere, sicuramente. Forse, però, sento troppo di più le partite. Negli anni, comunque, ho imparato a gestire le emozioni: da questo punto di vista sono cresciuto molto. La Champions League, soprattutto, regala delle grandi sensazioni: io ho esordito contro il Real Madrid ma abbiamo perso e quindi non è andata benissimo. L'inno è qualcosa di unico, dà delle vibrazioni dentro che non si possono paragonare con nulla, se non quelle delle Nazionali. Giocare nell'Inter per me è bellissimo e cerco sempre di dare il massimo. La maglia va trattata con i guanti, lo penso veramente". 

Il momento più difficile in carriera? 

"Quando mi sono infortunato col Sion e poi ho perso un figlio: sono stati cinque mesi pesanti, un disastro. Mi era venuta voglia di smettere, ma mi sono guardato dentro, anche grazie all'aiuto di mia moglie. Lei è stata importante nei momenti difficili: quando succedono certe cose pensi di chi è la colpa, lei ha sempre cercato di tirarmi su, di dirmi una parola importante per aiutarmi. Se sono arrivato fin qui è anche molto merito suo". 

© Getty Images

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I modelli di ispirazione nel calcio? 

"Adesso mi insulteranno, ma io stimo tantissimo Theo Hernandez. Ma ce ne sono altri anche in altre squadre. Ogni giocatore è diverso, io cerco sempre di rubare qualcosa e farlo mio, quando ero piccolo ad esempio guardavo molti video e pian piano sono diventato quello che sono. Adesso ho un gran rapporto con Materazzi, ci sentiamo spesso e siamo simili se si pensa alla parte passionale e caratteriale con l'Inter. Mi fa sempre i complimenti per le partite". 

Pensieri dopo la finale di Champions League persa? 

"Finita la partita, ero deluso, proprio morto. Il giorno dopo però mi sono detto: 'Questa squadra è arrivata fino a qui e nessuno se lo aspettava, tutti pensavano prendessimo quattro gol contro il Manchester City invece ce la siamo giocata alla pari. Questo dimostra quanto è forte il gruppo'. Perdere una finale di Champions è forse la più grossa delusione a livello di club, però abbiamo fatto qualcosa di unico contro la squadra più forte del mondo". 

Com'è il rapporto con Inzaghi? 

"Negli anni lo impari a conoscere meglio, la sua forza è che anche nei momenti in cui non andavamo bene, lui stemperava con una battuta, portava leggerezza e tranquillità, è uno dei pregi maggiori. Anche grazie a quello ci ha portato a vincere lo Scudetto". 

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