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Il presidente cinese non ha pagato il debito con il fondo americano che fa partire la procedura per l'escussione del pegno
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Dopo 8 anni e sette trofei in bacheca, tra cui due scudetti, si è chiusa in casa Inter l'era Suning. Martedì 21 maggio era fissata la deadline per la restituzione del prestito contratto nel 2021 con Oaktree da circa 385 i milioni di euro (compresi gli interessi), una scadenza che il presidente dell'Inter Steven Zhang non è riuscito a onorare. L'Inter passa così nelle mani del fondo californiano che avvierà l’iter per escutere il pegno e, di conseguenza, diventare proprietario del club nerazzurro. Manca solo il comunicato ufficiale, ma la sostanza non cambia: la squadra campione d'Italia ha un nuovo padrone.
Steven Zhang le ha provate tutte, ma non sono servite le lunghe negoziazioni con il fondo statunitense Pimco, che avrebbe dovuto fornire 430 milioni di euro, prendendo il posto di Oaktree come creditore, e nemmeno il tentativo di un'ulteriore proroga breve del prestito con il fondo californiano. Il giovane imprenditore non è riuscito a trovare le risorse necessarie per saldare il prestito e così deve passare la mano. Non è ancora chiaro se lo farà in maniera indolore, oppure proverà a portare Oaktree in tribunale. In meno di sei anni da numero 1 interista (ha assunto la carica di presidente il 26 ottobre 2018, ndr) ha vinto sette trofei diventando il secondo più vincente della storia nerazzurra, alla pari di Angelo Moratti (il primo è il figlio Massimo, 17 trofei). In totale, tra versamenti, prestiti e ricavi, Suning ha versato nelle casse dell’Inter quasi 900 milioni di euro.
I prossimi saranno i giorni della burocrazia (scioglimento del CdA e nuove nomine) nell'attesa che vengano quelli della programmazione. Il management dovrebbe essere confermato in blocco, perché nessuno ha nemmeno lontanamente messo in dubbio la grande professionalità di Marotta, Ausilio e Antonello. Magari saranno affiancati da un uomo di Oaktree, cui fare riferimento per le decisioni che spettano strettamente alla proprietà, ma il cammino fin qui intrapreso e la gestione virtuosa degli ultimi anni accompagnerà certamente anche la nuova era. Per le questioni di campo, intese come i rinnovi pianificati ad esempio di Lautaro, Barella e Simone Inzaghi, bisognerà aspettare qualche giorno, ma anche in questo caso la linea seguita sarà la medesima di sempre.