Lo sloveno tiene a galla i nerazzurri ma per andare in Champions serve l'aiuto di tutti: giocatori, Mancini e... Thohir
Dove sarebbe l'Inter senza Handanovic? Questa è la domanda ricorrente posta dai detrattori dei nerazzurri (o dei tifosi più pessimisti). Il portiere sloveno è un giocatore tesserato per l'Inter, nulla di strano se la squadra beneficia delle sue super-prestazioni (come, per fare un esempio, il Napoli vive dei gol di Higuain) ma la questione ha radici più profonde e coinvolge i numeri e il gioco della squadra di Mancini.
Il campione, di norma, è quello che esalta il gioco di squadra, quello che con una giocata ti salva la giornata o quello che fa fare il salto di qualità. Il grande portiere è sempre stato quello "mai impegnato per 89 minuti ma che al 90' ti fa la parata della vita". Il caso di Handanovic è ben diverso, è il secondo portiere (dopo Viviano, a quota 12) che ha chiuso più match - 11 - dovendo parare più di quattro volte. Nelle ultime 4 partite è l'estremo difensore che più ha dovuto intervenire su tiri da dentro l'area, diventando l'unico eroe della banda Mancini. Numeri da portiere di una squadra che lotta per salvarsi.
Handanovic para perché è bravo ma para anche perché gli arrivano tanti tiri. E questo è figlio di un atteggiamento della squadra che mai come a Bergamo ha preoccupato i tifosi. Perché, sarebbe una parziale consolazione, subire tanto non corrisponde a creare tanto, nelle ultime cinque di campionato l'Inter ha tirato in porta meno degli avversari. Il segreto dell'Atalanta è stato pressare alta la manovra nerazzurra, che non trovava sbocchi perché nessuno aveva il coraggio, la voglia?, di venirsi a prendere palla o di farsi trovare libero. A quel punto raddoppi e pressing bastano per mettere in difficoltà chiunque. Persa palla sulla propria trequarti, è un attimo trovare il tiro da buona posizione.
Si torna ai dubbi di fine mercato, all'esigenza di un regista. Medel non può stare in quella zona di campo in un 4-3-3, si è addirittura sentita la mancanza di Melo che, per quanto falloso, dà più ordine dei vari Guarin, Brozovic o Kondogbia. Sembra che le trattative nerazzurre possano sbloccarsi da un momento all'altro e forse si andrà su un playmaker ma, se così non fosse, in casa nerazzurra non possono correre il rischio di farsi sfuggire la Champions dopo un girone d'andata tanto positivo. Come, tocca a società, Mancini e squadra: Thohir pensando a un rinforzo, il tecnico studiando una soluzione tattica quando l'assenza di un palleggiatore schiaccia troppo i suoi e i giocatori mettendo più coraggio nelle situazioni di gioco difficili.