L'ex capitano nerazzurro: "Il campionato è equilibrato. Simeone? Ci sentiamo, conoscendolo tornare a San Siro per lui sarà speciale"
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Frecciatine, frasi polemiche o provocanti non ne ha mai dette in carriera, e men che meno gliene possono venire in mente ora, in un momento decisivo della stagione e alla vigilia della partita-scudetto. Javer Zanetti, vecepresidente dell'Inter, è l'equilibrio in persona: "Quella con la Juve è una gara importante, entrambe ci arriviamo bene e la risposta la darà il campo. Prepareremo questa partita come abbiamo sempre fatto", ha detto ospite della trasmissione tv Stasera c'è Cattelan.
La linea dell'ex capitano nerazzurro, dunque, è come quella di Simone Inzaghi, che nelle dichiarazioni delle ultime settimane si è volutamente tenuto ben distante dal fare anche solo battute che strizzassero l'occhio ai titoloni sui giornali, evitando botta e risposta e qualsiasi tipo di polemica. Frasi e pensieri rivolti sempre e solo al campo. Esattamente come, da sempre, fa Javier Zanetti. Non stupisce dunque il suo senso della misura e le parole pacate anche a pochi giorni dalla cruciale sfida con la Juve: "E' un campionato equilibrato", ha detto.
Quello con la squadra di Allegri è un duello che Zanetti vive da dirigente, a differenza di quando lo viveva da giocatore e capitano. "Adesso non posso fare niente. Da calciatore dormivo tranquillamente la sera prima perché se il percorso preparatorio era corretto si pensava solo alla partita. Uno che non dormiva? Simeone", ha risposto.
Ecco, a proposito di Simeone, suo ex compagno di squadra, connazionale, amico e anche prossimo avversario agli ottavi di finale di Champions con l'Atletico Madrid, Zanetti ha detto: "Ci sentiamo, per lui sarà una bella sorpresa. Torna a San Siro per la prima volta contro l'Inter. Conoscendo come sente le partite, sarà bello. Lui non dorme alla vigilia, lo vedete in panchina come si agita".
L'ex numero 4 dell'Inter ha parlato anche di come fu il suo ritiro dal calcio giocato: "Dieci anni fa, quando venni qui ospite, nella mia testa avevo già pensato di smettere. Ritirarmi non è stato difficile perché quando lo senti dentro e sai quello che vorrai fare nel dopo-carriera, la tua testa è proiettata al futuro e io avevo iniziato a metabolizzare. Dopo 41 anni di carriera era il momento di smettere, ed è stato importante che abbia deciso io. Potevo continuare, ma fare questo passo un po' prima mi ha fatto star bene".
Uno come Zanetti, si fosse trovato a fine carriera in questo momento storico, un pensiero all'Arabia, nuova frontiera calcistica, non l'avrebbe fatto: "Sinceramente no perché stando all'Inter ho avuto la fortuna di stare in una grande squadra europea. L'Inter per me è una famiglia e io scelgo sempre il sentimento. Ci sono altre cose rilevanti che vanno oltre l'aspetto economico".