Fisicamente e tatticamente diversi ma segnano in egual misura sulla scia delle grandi coppie gol del passato
Ventidue volte Lautaro Martinez-Lukaku: l'Inter che non molla un centimetro alla Juventus in campionato e rimane aggrappata alla rincorsa agli ottavi di finale di Champions League ha il volto argentino-belga di una coppia che va oltre i gol (ventidue tra Serie A e coppa, appunto), oltre gli assist, oltre le richieste di Conte. "Romelu gran persona dentro e fuori dal campo" dice Lautaro, "Quando ci muoviamo in campo, ci troviamo bene" gli fa eco Big Rom.
Il primo fa movimento, svaria sul fronte offensivo, lavora di pressing sui primi difensori. Il secondo gioca di sponda, tiene palla e accetta le sportellate per creare spazi. Tutti e due, però, segnano in egual misura: undici gol a testa, con Lautaro che li distribuisce meglio, 6 in campionato e 5 in Champions, mentre Lukaku si è sbloccato ieri sera in Europa dopo i 10 centri in Serie A. Un feeling che va oltre i numeri, però: è questo ciò che colpisce maggiormente.
Dopo anni in cui l'Inter si era abituata ad affidarsi ad un unico riferimento offensivo, Icardi, ora i tifosi si godono la collaborazione di due attaccanti: magari nessuno dei due sarà capocannoniere in campionato a fine stagione, ma così i nerazzurri hanno una doppia chance di sbloccare le partite, più soluzioni tattiche e la possibilità di dare meno riferimenti alle difese avversarie.
Merito della loro empatia, merito (ovvio) anche di Conte che riesce a metterli in condizione di trovarsi, oltre ad accompagnarli nella crescita. Il tecnico interista aveva chiesto a Suning con una certa insistenza Lukaku, i fatti gli stanno dando ragione. Avrebbe voluto Dzeko come partner, facendo crescere più gradualmente Lautaro e invece - visto anche l'infortunio di Sanchez - ha stimolato e provocato i rapidi passi in avanti dell'argentino. Qualche numero? È andato in rete per quattro partite consecutive in Champions (nell'Inter c'erano riusciti solo Vieri, Crespo ed Eto'o), solo Crespo prima di lui aveva segnato una doppietta in una trasferta di Champions nella storia nerazzurra e solo Lewandowski ha segnato più reti di lui in trasferta in questa Champions (8 a 4).
Così in casa Inter ora ci si gode una coppia stile Serena-Diaz, Vialli-Mancini o Pulici-Graziani che dà garanzie in prospettiva futura (i due hanno 26 e 22 anni) ma soprattutto fa sognare nel presente.