L'attaccante argentino ha scritto una lettera ai tifosi nerazzurri: "Ero stravolto di felicità"
Diego Milito, per gli amici "Principe". Per i tifosi dell'Inter un mito, un'icona, uno degli eroi del Triplete, quello che ha messo il duplice autografo sulla conquista di una Champions League attesa 45 anni. A 10 anni dal trionfo di Madrid, Milito ha scritto una lettera proprio ai tifosi nerazzurri, ripercorrendo parte della sua carriera e quella cavalcata che portò tre trofei nella bacheca milanese. Un ricordo indelebile: "La mattina dopo la finale, al ritorno da Madrid, San Siro è stato il posto più magico del mondo: c'eravamo solo noi, il popolo interista. Ero stravolto di felicità".
Un finale di una favola partita da lontano con un capitolo fondamentale a Kiev, con la rete decisiva per il passaggio del turno arrivata quando tutto sembrava ormai sfumato: "Il gol di Sneijder l’ho dovuto rivedere in TV. Non avendo angolo ho pensato che l’unica cosa che avrei potuto fare era calciare fortissimo addosso al portiere, poi qualcosa sarebbe successo. Dopo aver tirato, sono caduto per terra. Il tempo di rimettermi in sesto e ho visto Sneijder che esultava come un pazzo: non mi ero reso conto che avesse segnato!".
Oppure l'impresa del Camp Nou per l'accesso in finale resistendo in inferiorità numerica per buona parte della partita: "Ricordo bene l’orologio del Camp Nou: sembrava di sale. L’ho guardato dopo che in campo era già trascorsa una vita e segnava 15’: interminabile, ma che coraggio quella sera da parte di tutti!".
L'apoteosi per Milito è stata al Bernabeu. Due gol per la vittoria ancora impressi nella memoria collettiva nerazzurra: "Non è stata una vigilia diversa dalle altre - racconta il Principe nella lettera ai tifosi dell'Inter -, ero tranquillo e concentrato. Eravamo decisi. L'ho passata con il mate in camera di Samuel, poi abbiamo visto un film di nostri connazionali eroi nella Guerra de las Malvinas".
Infine Milito ripercorre i due gol: "C'era Wesley pronto per il passaggio: sapevo che con lui la palla arrivava sempre. Sono partito in profondità, ho fatto un "amague" (finta) vedendo arrivare Badstuber e dopo un attimo correvo a esultare". Per il secondo gol Milito spolvera un flashback: "Erano nove anni che pensavo a quell'azione, bisogna tornare al 2001, Racing-Lanus 2-0, penultima giornata dell'Apertura. l Cilindro de Avellaneda punto il difensore, finta a uncino, rientro ma con la palla che mi rimane sul destro. Tiro quasi di esterno, traversa, Chatruc segna sulla ribattuta. A Madrid la mia finta su Van Buyten è stata identica a quella di quel giorno: sono stato solo più bravo a riuscire a tenere la palla alla distanza giusta per aprire il piatto sul secondo palo. In quel momento ho abbracciato idealmente i tifosi nerazzurri di tutto il mondo".
Poi il ritorno a Milano in un San Siro gremito all'alba: "Sono tutt'ora felice se penso a quello che abbiamo fatto, abbiamo lasciato il segno nella storia dell'Inter. Mai nella vita avevo visto uno stadio pieno di gente all'alba. Quella mattina San Siro era il posto più magico del mondo, c'eravamo solo noi, il popolo interista. Ero stravolto di felicità".