Alla presentazione della biografia di Gigi Simoni, l'ex presidente ricorda con una battuta il caso Iuliano-Ronaldo e dell'allenatore dice: "Sbagliai a cacciarlo"
"Simoni? Avevano tutti piacere a giocare per lui. E ottenne anche dei risultati. Non parlo del campionato che fu vinto, naturalmente...". Intervenuto alla presentazione della biografia di Gigi Simoni in sala stampa a San Siro, l'ex presidente dell'Inter, Massimo Moratti, torna con una battuta sullo scudetto del 1998, quello dell'infuocato Juventus-Inter con lo scontro in area tra Iuliano e Ronaldo non sanzionato da Ceccarini.
"Simoni non è rimasto tanto, ma con me è già tantissimo - ha continuato con autoironia Moratti -. In quell’anno c’era un clima vincente, allegro, da squadra importante. C’era Ronaldo, che Simoni inserì nel gruppo evitando invidie".
Moratti ricorda anche la separazione dall'allenatore, facendo mea culpa. "Con Simoni ho avuto un rapporto bellissimo, poi sono successe tante piccole cose e io avevo l'idea che quella squadra potesse andare meglio rispetto a quello che si stava facendo. Ho fatto lo sbaglio di esonerarlo e ho poi preso altri tre allenatori - ha proseguito - mi è rimasto il dispiacere di non sapere come sarebbe andata se avessi tenuto ancora lui, sono convinto che avremmo avuto altre soddisfazioni e meno polemiche". "E' stato un errore... Ammiravo sempre il suo atteggiamento, stavo attento perché pensavo 'questo sarà incazzato', ma il suo atteggiamento era sempre tranquillissimo. C'è stima profonda e tutto in nome di qualcosa a cui entrambi vogliamo bene, che è l'Inter", ha detto ancora Moratti.
Poi si torna al presente: "No, non torno all'Inter. Posso dare una risposta secca. Ho già fatto chiarezza di recente. Ora ci sono azionisti, che hanno sinceramente sia la volontà che il futuro a disposizione per fare bene. Può essere importante e necessario l'intervento degli azionisti perché squadra e allenatore possono sentire la resposabilità di rispondere alle esigenze. Steven Zhang può essere vicino. E' un fatto positivissimo e dà l'idea di una volontà di fare bene. Non è facile avere subito risultati, ma è un'esperienza e se la fanno direttamente conta qualcosa. Se lo fanno da lontano non conta niente. Pioli? E' bravo. Spero proprio che abbia successo in quello che sta facendo".