Thuram, Calhanoglu e De Vrij non sono al meglio. L'unica buona notizia è la grande prova dell'iraniano
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L'Inter torna da Riad con le ossa rotte e il morale sotto i tacchi. E non potrebbe essere altrimenti dopo la clamorosa rimonta subita, da 0-2 a 3-2 in pieno recupero. Il secondo derby stagionale perso ha rilanciato il Milan come successo a settembre in campionato e mina le certezze di un'Inter che si era subito ritrovata e che ora dovrà per forza ripartire per tenere il passo di Napoli e Atalanta. Non sarà facile perché sconfitte così clamorose possono lasciare degli strascichi e il rischio di perdere punti per strada è davvero alto. È davvero inspiegabile come i nerazzurri non siano riusciti a portare a casa una gara che a cavallo tra la fine del primo tempo e l'inizio del secondo sembrava ormai chiusa e la Supercoppa diretta nella bacheca nerazzurra. A ridare forza e convinzione al Diavolo ci ha pensato, però, Sommer, mal posizionato sulla punizione non irresistibile di Theo Hernandez. Un errore madornale senza il quale probabilmente staremmo qui a parlare di un finale diverso. Poi negli ultimi 15 minuti, come già successo in passato (vedasi Juventus) è subentrata un po' di stanchezza ed è mancata lucidità nell'area di rigore. L'ingresso di Leao e il ritrovato Theo hanno fatto a pezzi la catena di destra, in cui Bisseck è naufragato dopo una serie di prestazioni convincenti. Soprattutto nelle gare secche contano i dettagli e un certo cinismo davanti alla porta, che è mancato completamente: Taremi, Carlos Augusto, Frattesi e Dumfries non hanno trovato la giocata vincente che avrebbe spento le velleità rossonere.
Nella calza della Befana Simone Inzaghi trova tanto carbone, ma soprattutto infortuni che proprio non ci volevano in un momento della stagione denso di appuntamenti. A Thuram, uscito anzitempo contro l'Atalanta, si sono aggiunti altre due pedine fondamentali: Calhanoglu e De Vrij. Entrambi andranno valutati al rientro, ma la loro presenza contro il Venezia è in serio dubbio. Problema all'adduttore per il turco, al flessore per l'olandese. In casa Inter l'augurio è che non sia nulla di grave: Calha è fondamentale nel gioco nerazzurro e la sua assenza è sempre pesante e incolmabile, mentre l'ex Lazio ha tirato la carretta dopo i lunghi infortuni di Acerbi e Pavard.
Nella serata araba, il tecnico nerazzurro è stato tradito anche dalla panchina. Mentre Conceiçao l'ha vinta proprio pescando più di un jolly tra gli uomini seduti al suo fianco, l'Inter è peggiorata con gli ingressi di Asllani, Zielinski e Frattesi. L'albanese ha perso il pallone da cui è poi nata la punizione dell'1-2 e si è perso l'inserimento di Leao nel 3-2 di Abraham, il polacco non ha saputo dare ordine e geometrie e l'azzurro in 10 minuti recupero compreso ha mancato la chance del 3-1 ed è arrivato in ritardo sull'inglese.
Ovviamente non è tutto da buttare, a partire dalla prestazione super di Taremi. Un assist e un gol (il primo su azione) per l'iraniano che contro il suo ex allenatore al Porto ha giocato la miglior gara con l'Inter. Segnali di crescita e di incoraggiamento per un ragazzo che si è sempre impegnato ma che faticava a trovare la porta. Come segnali positivi sono arrivati da Lautaro Martinez, sprecone contro l'Atalanta e in gol stasera. Una rete amara che però potrebbe averlo sbloccato definitivamente. Per sognare in grande, questa Inter non può prescindere dai gol e dalle giocate del suo capitano.