L'erede di Handanovic non sta attraversando un grande momento: sei gol presi in tre gare di campionato e l'erroraccio che è costato l'eliminazione dalla Champions
di Andrea Ghislandi© Getty Images
Anche se manca ancora l'annuncio ufficiale, sono mesi che l'Inter ha scelto André Onana, in scadenza a giugno con l'Ajax, come erede di Samir Handanovic. Una scelta che preoccupa e non poco i tifosi nerazzurri visto che il 25enne portiere camerunese, rientrato a novembre dopo una lunga squalifica per doping, sta attraversando davvero un momento complicato. A causa degli infortuni dei tre portieri Maarten Stekelenburg, Remko Pasveer e Jay Gorter, Onana ha ritrovato una maglia da titolare, ma le prestazioni non sono mai state all'altezza della sua fama.
Pur non avendo particolari responsabilità sui gol subiti, l'estremo difensore africano è stato titolare nelle ultime tre di campionato, subendo la bellezza di 6 reti, con un media di due a partita: due nella sconfitta contro il Go Ahead Eagles, così come nelle sudatissime vittorie in extremis contro RKC Waalwijk e Cambuur. Numeri incredibilmente negativi se si pensa che i Lancieri nelle precedenti 23 gare di Eredivisie avevano incassato solo 5 gol.
Se la papera in Coppa d'Africa contro il Burkina Faso poteva essere attribuita a una certa ruggine per via della lunga assenza, per quella di ieri sera contro il Benfica non ci sono scusanti: Onana al 32’ del secondo tempo sul calcio d’angolo battuto da Grimaldo è uscito clamorosamente a vuoto favorendo il colpo di testa di Nunez che ha regalato vittoria e qualificazione ai quarti di Champions League ai portoghesi.
In sintesi nelle 7 gare complessive giocate con i Lanciari, ha preso 8 gol e solo in due occasioni, entrambe in Coppa d'Olanda è riuscito a mantenere inviolata la porta. Statistiche che mettono i brividi ai tifosi nerazzurri in vista della prossima stagione.
Sullo sfondo rimane ancora aperta la questione rinnovo per Samir Handanovic, che è stato al momento rimandato. Molto dipenderà dalle intenzioni del numero 1 sloveno, che difficilmente accetterà di fare da chioccia al collega. Allo stesso tempo si vuole evitare un dualismo sulla falsariga di quello al PSG tra Donnarumma e Navas che ha portato più problemi che benefici.