Lunedì si conoscerà il destino dell'Inter: accoppiata Zhang-Pimco o Oaktree? In entrambi i casi la progettualità degli ultimi anni metterebbe al riparo i nerazzurri da brutte sorprese
di Stefano FioreLunedì 20 maggio (anche se tutti i dettagli, con relativi bonifici, potrebbero diventare ufficiali solo 24 ore dopo causa Bank Holiday in Lussemburgo) sarà un giorno decisivo e importante per il futuro dell'Inter anche se, di fatto, la società nerazzurra sarà 'solo' protagonista indiretta della vicenda tra Steven Zhang e Oaktree. Il presto è perché detto: a seconda che il presidente interista ridiscuta il finanziamento con Pimco chiudendo la vicenda col fondo californiano o che sia invece Oaktree a escutere il debito con Zhang, il destino dell'Inter - almeno a breve-medio termine - non dovrebbe poi cambiare molto.
Andando con ordine torniamo al maggio 2021, quando Steven Zhang chiude con Oaktree un finanziamento da 275 milioni di euro (con interesse annuo del 12%, lievitato quindi nel corso di questi tre anni a 380 milioni) per Great Horizon, controllata di Suning tramite cui il gruppo cinese possiede la maggioranza dell'Inter con il 68,55% delle azioni, messe in pegno per il prestito stesso. Il bond ha scadenza triennale ed ecco perché il figlio del proprietario di Suning deve restituirli entro tre giorni al fondo di Los Angeles che, in caso contrario, escuterebbe il debito prendendosi in carico proprio il club nerazzurro.
Nel corso degli anni, con i conti del club in costante miglioramento (da un lato grazie alla gestione della dirigenza che ha lavorato tagliando i costi, aumentando i ricavi da sponsorizzazioni e sfruttando il player trading; e dall'altro grazie pure alla gestione tecnica visto che la squadra è rimasta competitiva, vincendo titoli e dunque aumentando appeal e prestigio, oltre agli ingenti ricavi dalle competizioni Uefa), Zhang ha sempre dichiarato di non voler lasciare il timone dell'Inter, anche perché - con la nuova (e più ricca) Champions League, col nuovo Mondiale per Club 2025 e col progetto dello stadio di proprietà - pensa che cedere il club ora non sarebbe economicamente conveniente, visto che tra qualche anno potrebbe valere anche più degli 1,2 miliardi di euro che ha chiesto sin qui per andarsene, cifra che - è bene dirlo - non è mai stata avvicinata da potenziali compratori.
Per non perdere il club, Zhang deve quindi restituire i 375 milioni a Oaktree, motivo per il quale da mesi lavora a un rifinanziamento del debito con un altro fondo americano, Pimco. L'accordo prevederebbe un prestito da circa 420-430 milioni con cui il presidente interista restituirebbe quanto pattuito a Oaktree per restare alla guida del club, magari ragionando in seguito sull'ingresso di nuovi investitori (nelle ultime ore sono tornate alla ribalta le voci di interessi sauditi). I dettagli non sono ancora noti, ovviamente: c'è chi parla di un prestito biennale con tassi al 15% e chi di un prestito triennale con tassi al 12%.
Se però, come qualcuno ha sostenuto, le frizioni con Oaktree (che con Zhang aveva parlato di un rifinanziamento ma con tassi più alti e durata più breve, visto che non vorrebbe perdere di vista l'Inter in un momento sportivamente molto positivo e con bilanci più rosei del 2021) dovessero far saltare l'accordo con Pimco, a quel punto sarebbe lo stesso fondo di Los Angeles a escutere il debito e prendere la maggioranza del club. Uno scenario che probabilmente non gradirebbe del tutto la stessa Oaktree, più interessata ad avere l'Inter nel proprio raggio d'azione invece che doversene occupare a livello gestionale. Volendo fare un passetto in più si può aggiungere che, magari, dietro alle manovre di Oaktree potrebbe pure esserci un compratore a cui cedere il club a stretto giro di posta.
In entrambi i casi, ci sentiamo di dire che lo scenario a breve-medio termine dell'Inter cambierebbe solo relativamente. Con Zhang ancora alla guida del club probabilmente assisteremmo a un po' di "sentimentalismo" calcistico in più (per dire: l'operazione Pavard fatta a 32 milioni col giocatore che sarebbe andato in scadenza 12 mesi dopo, sarebbe dura da vedere con Oaktree alla guida) e dunque qualche "strappo alla regola" in più, a maggior ragione se trovasse qualche investitore da far entrare in società.
Con Oaktree al comando di sicuro i conti la farebbero ancor più da padrona ma, come nell'altro scenario, la competitività resterebbe comunque un fattore progettuale importante. Chi si attende la vendita in massa dei top player per acquisire velocemente denaro liquido non tiene conto del fatto che una squadra fortemente indebolita, e magari fuori dalle coppe, perderebbe valore, perderebbe introiti e sarebbe più difficilmente rivendibile in futuro: per dirla breve, per un acquirente è più appetibile una squadra anonima e senza prospettive ma con i conti a posto o una squadra forte ma con una situazione economica da monitorare (e in costante miglioramento)? In tal senso il lavoro fondamentale - che Oaktree conosce bene e diremmo che approva pure, visto che nel CdA Inter ha due consiglieri - del team Marotta, Ausilio, Antonello e Inzaghi è la garanzia. Oggi più che mai.