Sulla scelta di vestire rossonero nel 2007: "Feci di tutto per tornare all'Inter, ma mi sentii tradito"
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Il Fenomeno torna a parlare dei suoi anni d'oro. Dell'Inter, di Cuper, del Real Madrid, di Capello e della scelta di tornare in Italia per vestire, anche se solo per una stagione, la maglia del Milan: "Sembra comodo dirlo dopo, ma è solo e soltanto la verità: io volevo tornare all'Inter - ha confessato Ronaldo in un'intervista a Sportweek - Di più: ho fatto di tutto per tornare all'Inter. Ho aspettato tutto il tempo possibile per dare loro il tempo di dirmi sì o no: quando non arriva né un sì né un no, vuol dire che è no. Per il Milan era sì e io in quel momento, più che traditore, mi sentivo un po' tradito per essere stato rifiutato: era una scelta impopolare, ma nella mia vita non ho mai avuto paura di farne". Poi, uno dei ricordi più dolorosi della sua carriera: "L'infortunio al ginocchio era destino, il 5 maggio fu una colpa: quando il destino ce l'hai in mano, se ti scappa via non puoi prendertela con nessuno".
La sconfitta contro la Lazio che regalò alla Juventus uno scudetto che sembrava ormai aver preso la strada di Milano resta indelebile nella mente del brasiliano: "Non eravamo noi e non ci siamo mai spiegati davvero perché. Per quello piangevo. Quello scudetto era il regalo minimo che dovevamo fare ai nostri tifosi".
Poi l'addio, nell'estate del 2002, complice anche il rapporto con l'allora tecnico dell'Inter: "Con Cuper non c'era rapporto, l'ho detto decine di volte e l'avevo detto anche al presidente, e non ci sarebbe potuto essere. Non c'era neanche un compromesso possibile: perciò quando io e Moratti, diverso tempo dopo l'addio, ne abbiamo riparlato, ci siamo 'perdonati' senza darci colpe. In quel momento davvero forse nessuno dei due avrebbe potuto fare altro".
Il trasferimento al Real Madrid non portò tutti i risultati sperati: "Trovo strano non aver mai vinto una Champions, è davvero una questione di attimi e a me con il Real scapparono sempre". Nell'ultima stagione con i blancos, poi, arrivò Fabio Capello in panchina: "Del nostro rapporto al Real si è parlato anche troppo: l'unica sua frase che mi piace conservare nella memoria è 'Ronaldo è il più forte che io abbia mai allenato'. Tutto il resto magari sarà vero, ma è secondario".
Infine, un messaggio di incoraggiamento e di fiducia nei confronti del club a cui ancora oggi è più legato che mai: "Ho fiducia in Zhang e in questa gestione. Da tifoso interista ho il sogno che hanno tutti: massimo rispetto per la Juve, che in Italia è un esempio di come si gestisce un club e si costruisce un ciclo, ma è ora che questa dittatura finisca. E tocca all'Inter, non vedo altra possibilità".