Le forze dell'ordine terranno sotto controllo l'abitazione del tecnico, come successo con Icardi a settembre
La pallottola inviata alla sede dell'Inter e indirizzata ad Antonio Conte ha lasciato senza parole il mondo del calcio. In attesa che le indagini portino all'individuazione del colpevole, o dei colpevoli (si parla di un mitomane), è stato avviato un programma di protezione discreta dell'allenatore nerazzurro. Nessuna scorta o guardie armate sotto casa, intendiamoci, ma un minimo di attenzione in più riservata a lui come a tutti quei cittadini che ricevono minacce.
In pratica, è stata attivata dalla Prefettura di Milano quella che viene definita vigilanza generica radiocontrollata. Una forma di tutela che consiste nell'inserimento del nome di Conte in un elenco di soggetti da seguire da parte delle forze dell'ordine. Le loro abitazioni e, in certi casi, anche i loro posti di lavoro, vengono visitati a intervalli regolari e più assidui da Polizia e Carabinieri per verificare che non ci siano pericoli imminenti.
Un po' come successo a un altro interista illustre, quel Mauro Icardi che dopo le minacce attraverso scritte e striscioni comparsi l'1 settembre sotto la sua abitazione milanese, venne messo sotto osservazione da parte della Digos. Di sicuro non una bella situazione, ma l'impressione è che si tratti di un caso che non condizionerà la vita e il lavoro del tecnico pugliese. Che è rimasto comunque infastidito, come lo stesso presidente Steven Zhang, che ha chiesto di essere costantemente aggiornato sull'episodio e i prossimi sviluppi.