Rialzarsi subito l'imperativo dei nerazzurri dopo il brutto stop del Franchi. Cambi in vista in difesa e a centrocampo
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Resettare la macchina e ripartire dopo la brutta sconfitta di Firenze, la quarta in stagione. Lo chiede Simone Inzaghi alla sua Inter, irriconoscibile al Franchi: sono mancati i singoli, è mancata la squadra. "Niente alibi, solo il lavoro può farci uscire da questo", ha detto il tecnico nerazzurro a fine gara. "Non siamo questi, non si molla", le parole del tecnico al gruppo alla ripresa degli allenamenti. E la reazione, dopo una serata da dimenticare, passa - ironia della sorte - ancora dalla Fiorentina di Palladino, che lunedì sera arriva a San Siro galvanizzata dalla bella prestazione nel recupero. Di fronte alle battute d'arresto l'Inter ha finora sempre reagito con una vittoria: dopo il ko nel derby di andata, Lautaro e compagni hanno vinto a Udine, dopo la battuta d'arresto indolore di Leverkusen in Champions League è arrivato il travolgente 6-0 dell'Olimpico contro la Lazio. E dopo la finale di Supercoppa persa contro il Milan i nerazzurri hanno vinto a Venezia.
Per la sfida di lunedì Inzaghi non potrà contare su Dumfries, squalificato. Al suo posto dentro Darmian. In difesa dovrebbe tornare titolare Pavard, rimasto in panchina a Firenze. Acerbi si candida per un posto dall'inizio al posto di de Vrij. A centrocampo Barella rientra dal 1': a riposare potrebbe essere Mkhitaryan, sempre nell'undici di partenza nelle ultime cinque uscite tra campionato e Champions. Da monitorare le condizioni di Dimarco, debilitato da un attacco febbrile: l'esterno sinistro anche oggi ha svolto un lavoro personalizzato, se anche dovesse recuperare è probabile che parta dalla panchina. Al suo posto dovrebbe esserci Zalewski, unico acquisto dell'asfittico mercato invernale nerazzurro, già utilizzato e già protagonista nel derby di domenica scorsa. Da domani dovrebbe tornare in gruppo Correa, assente ormai da più di due mesi.